Pubblichiamo il documento redatto dal Coordinamento dei Comitati e Associazioni di quartiere di Bergamo, cui hanno aderito Legambiente – Sezione di Bergamo, Italia Nostra – Sezione di Bergamo,
Associazione WWF Bergamo Brescia.
«La situazione ambientale del territorio bergamasco intorno all’area dello scalo di Orio al Serio è in continuo peggioramento. L’incessante crescita delle attività aeronautiche ha determinato, in questi ultimi anni, una forte compromissione della qualità della vita delle popolazioni limitrofe, per le rilevanti fonti d’inquinamento ambientale e per la sicurezza. Se l’inquinamento atmosferico costituisce la ricaduta più grave e comporta documentati danni alla salute, anche quello acustico, sia diurno che notturno, creando grande stress psico-fisico, provoca patologie importanti, come dimostrato da numerosi studi scientifici.
Un altro grave problema è costituito dalla sicurezza, poiché è noto che l’80% degli incidenti (dato
relativo al traffico aereo mondiale) accade nelle fasi di decollo/atterraggio e il crescente sviluppo dello scalo, collocato in un contesto altamente antropizzato, aumenta la preoccupazione (l’incidente accaduto il 4 agosto 2016 non ha avuto risvolti drammatici solo perché verificatosi di notte, con le strade pressoché deserte).
La continua crescita del “Caravaggio” appare governata solo da considerazioni economiche e non
tesa a preservare la compatibilità ambientale, come invece prescriveva il decreto di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) del 2003. Una popolazione di 150 mila abitanti rischia di veder subordinato il rispetto dei suoi diritti agli interessi prevalenti dell’aeroporto.
Se da una parte non si possono disconoscere i vantaggi procurati dal “Caravaggio” in termini di attività economiche e di occupazione, dall’altra parte appare imprescindibile commisurare il volume del traffico aereo con la necessità di salvaguardare il territorio, la popolazione, l’inalienabile diritto a salute e sicurezza.
Serve un tetto allo sviluppo incontrollato e incessante dello scalo: occorre operare una riduzione
dei voli e ripristinare, nel rispetto delle norme italiane ed europee, i limiti di compatibilità
ambientale già individuati nel decreto di VIA al fine di “preservare il fragile e delicato equilibrio tra aeroporto e territorio”.
Purtroppo, il record di oltre 10 milioni di passeggeri nel 2015 (con il dato 2016 in crescita) è stato possibile solo violando la normativa, il PSA (Piano di Sviluppo Aeroportuale) e il decreto di VIA. I limiti indicati nei documenti autorizzativi sono stati superati da tempo e sono forti le preoccupazioni in merito al nuovo PSA, che ipotizza un ulteriore, preoccupante incremento del traffico aereo.
Contemporaneamente al controllo dello sviluppo e alla riduzione dei voli, è necessario porre in
atto tutte le procedure per garantire la minimizzazione delle ricadute negative sull’ambiente e
sulla popolazione:
– individuando, in linea con quanto la legge impone, lo scenario di minimo impatto, mediante una
distribuzione delle rotte che suddivida equamente i disagi, affinché siano sopportabili per tutti. Su questi presupposti può essere attivata la procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) e definita la zonizzazione acustica aeroportuale, in modo che possano essere ridotti al minimo gli intorni aeroportuali e rispettate le preesistenti realtà abitative;
– trasferendo i voli notturni, ma con la garanzia che ciò non si traduca in un aumento dei voli diurni.
Solo su queste basi, nel rispetto delle leggi nazionali e comunitarie, si può individuare il limite entro il quale il traffico aereo è compatibile con la salvaguardia del territorio.
Riteniamo inoltre che la presenza dell’aeroporto in un’area così densamente abitata richieda un costante monitoraggio dell’inquinamento acustico ed atmosferico ed indagini epidemiologiche sulla
popolazione più esposta, che si protraggano nel tempo: attività di monitoraggio e di indagine che devono essere svolte in un contesto di totale trasparenza, indipendenza e partecipazione dei cittadini.
In sintesi la nostra proposta.
Pensiamo che debbano e possano essere perseguiti simultaneamente i seguenti obiettivi:
1. Fermare la crescita e ridurre il traffico aereo;
– Ridimensionare il numero dei voli attuali e quelli previsti;
– Ripensare la distribuzione del traffico aereo tra gli aeroporti con una visione complessiva regionale e nazionale, al fine di giungere a soluzioni più razionali ed equilibrate, evitando l’attuale situazione di scali sottoutilizzati (come Montichiari e Malpensa) e altri cresciuti oltre i limiti della compatibilità ambientale (come il Caravaggio).
2. Ridurre l’impatto sulla popolazione ed evitare una distribuzione delle ricadute che penalizzi
specifiche comunità di cittadini di tutto il territorio coinvolto;
– Redistribuire le rotte così che vengano ridotti i disagi, con particolare attenzione alle aree
maggiormente penalizzate;
– Trasferire i voli notturni senza un aumento dei voli diurni;
– Fare in modo che nessuna area densamente urbanizzata e con siti sensibili diventi zona di rispetto
aeroportuale.
3. Rendere operativo un organismo indipendente di controllo, garanzia e trasparenza costituito
non solo dagli Enti e dalle Amministrazioni pubbliche interessate, ma anche dalla
rappresentanza dei cittadini, che potranno avere in tal modo un ruolo attivo di partecipazione
alle scelte relative al loro territorio.
Pensiamo che i tre obiettivi debbano essere sostenuti nel loro insieme e perseguiti
contemporaneamente. In caso contrario l’effetto sarebbe solo la crescita delle contraddizioni,
lasciando inalterato il processo di espansione non equilibrato e non rispettoso della vita dei
cittadini.
Ad esempio la sola abolizione dei voli notturni o la sola distribuzione delle rotte, senza la limitazione e la riduzione della crescita, porterebbe ad un ulteriore aumento dell’inquinamento e ad un peggioramento delle condizioni di vita di un numero sempre più rilevante della popolazione coinvolta. Al contrario la sola limitazione dei voli senza un riequilibrio del disagio discriminerebbe in modo ingiusto la popolazione coinvolta.
Pensiamo che la partecipazione del più vasto numero di cittadini attorno ad un programma
comune che riduca le contraddizioni sia l’unica speranza per realizzare la compatibilità
ambientale dell’aeroporto e per evitare che la vita dei cittadini sia governata da puri criteri
economici.
Ricordiamo anche a tutte le amministrazioni coinvolte la responsabilità di salvaguardare l’intero
territorio e preservare un ambiente vivibile anche per le future generazioni. Solo l’apporto collaborativo dei cittadini, che sviluppi un largo processo di partecipazione e prema
per il coinvolgimento di tutte le amministrazioni interessate, può far prevalere una visione
d’insieme equilibrata, nell’interesse di tutti.