Domenica XI Anno C
Vangelo Lc 7, 36 – 8, 3
Le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.
Dal vangelo secondo Luca
[In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».]
Sono profondamente emozionato per la morte del carissimo amico Franco Pini di Ponteranica, di 84 anni, deceduto mercoledì scorso. Per chi non lo conosce, voglio ricordare le sue particolari vicende, che non riguardano solo il lavoro e la famiglia, vissuti positivamente e in maniera realizzata, ma i suoi impegni extra, dedicati, come alpino, al volontariato in occasione del terremoto del Friuli e ai viaggi. La visita ad una missione dei padri passionisti del Kenia gli svelò la miseria degli sperduti villaggi africani, che lo impressionarono tanto da indurlo a dedicare la sua vita al loro ricupero umano e sociale. Dopo la pensione per circa trent’anni svolse un’opera che ha del prodigioso: la trasformazione di un villaggio di 500 persone abitanti in misere capanne in un paese di circa quattromila abitanti, con ospedale, asilo, scuole elementari e superiori con annessa mensa e collegio, mercato, chiesa con casa parrocchiale e, ciò che gli costò maggiore fatica, un acquedotto di circa 5 Km. per avere acqua potabile, indispensabile per combattere le malattie. Il sig. Pini ha fatto di tutto: progettista, muratore, idraulico, infermiere, ostetrico, dentista. Non ha avuto il sostegno di alcuna organizzazione, ma l’aiuto della famiglia, di amici, di privati benefattori che col passare degli anni sono cresciuti di numero e sono diventati i suoi diretti collaboratori. Soprattutto ha insegnato agli africani i vari mestieri, in modo da renderli autonomi. Faceva il pendolare tra l’Africa e Bergamo – sei mesi e sei mesi . per mantenere i contatti e raccogliere fondi. Il suo entusiasmo è stato travolgente e contagioso. L’amico Carlo Scalvedi, dell’associazione Franco Pini onlus. ricorda: «Vivere secondo i valori del Vangelo appare oggi spesso anacronistico se non impossibile; ciò vale tanto più per i laici che hanno la fortuna di avere moglie e figli. Ma Franco Pini ci ha dimostrato che ci sbagliavamo: vivere seguendo Cristo è possibile, ma soprattutto doveroso ed appagante». Su questa figura vedere Internet.
Questa singolare vicenda può essere messa in relazione con il vangelo di oggi grazie ad una frase che Franco ripeteva spesso: «Tutto questo non è che l’abbia fatto per avere un merito, ma semplicemente l’ho preso come una chiamata del buon Dio». Anni fa aveva dichiarato: «La grazia, il momento e l’opportunità della scelta sono dati a tutti, non esistono scuse. Per ciascuno c’è un bivio nella vita, ed una decisione, qualunque sia il posto dove si trova, in alto o in basso. Ognuno fa quello che deve». Queste frasi esprimono una precisa consapevolezza evangelica. Secondo Gesù il bene non lo si compie per merito, quasi fosse un titolo che obbliga Dio a ricompensarci. La logica del merito rischia di farci deviare dal Vangelo. Questa forma di religiosità ci riempie di pretese e favorisce atteggiamenti di superiorità e disprezzo verso i nostri fratelli, come il fariseo Simone. Il bene che facciamo è sempre frutto di una grazia, cioè di una atto di amore da parte di Dio che ci chiama alla sua amicizia, ad un rapporto che ci rende simili a Lui trasfigurandoci. Siamo chiamati a condividere la sua carità e il suo amore smisurato verso i nostri fratelli. San Francesco esprimeva questo con la preghiera: «O Signore fa di me uno strumento del tuo amore». Questa chiamata è per tutti ed è singolare, propria di ognuno e delle proprie condizioni di vita. Invece che vantarci dovremmo essere grati per la considerazione in cui ci tiene Gesù, che vuole strapparci dalla mediocrità, in cui vorremmo rimanere, e dal peccato, come mostra la peccatrice del brano evangelico odierno, perdonata generosamente e chiamata a nuova vita. Consapevoli dell’altezza del compito cui siamo chiamati senza alcun nostro merito e delle nostre infedeltà, dobbiamo vivere in umiltà, ringraziando e invocando Colui che ha deciso di mettersi sulla nostra strada e di farci da Guida e Sostegno. Allora possono succedere miracoli come quelli di Franco Pini.