DOMENICA II ANNO C [2]
Vangelo: Gv 2,1-12
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Commento
L’episodio di Cana giunge al termine della settimana inaugurale di Gesù, di cui l’evangelista Giovanni fa la cronaca. Passano sette giorni dall’interrogatorio di Giovanni Battista da parte dei sacerdoti inviati da Gerusalemme per chiedergli chi era. Lo si rileva dalle espressioni: “il giorno dopo” (Giovanni, 1,29; 1,35; 1,43) e “tre giorni dopo” Giovanni 2,1]. Al settimo giorno vi sono le nozze di Cana, che costituiscono il culmine della settimana. Il ricorso a questo schema richiama quello della creazione del mondo, che giunse al suo compimento il settimo giorno. Dunque con la venuta di Gesù ha inizio una nuova creazione.
La nuova creazione consiste in un avvenimento che cambia radicalmente la vita, che infonde gioia ed entusiasmo. Questo evento, suggerito dal contesto delle nozze, è l’esperienza dell’amore, Il miracolo, meglio il segno di Cana, avviene nel contesto delle nozze, che nell’antichità era particolarmente importante e si prolungava per alcuni giorni, con la casa sempre aperta perchè, oltre ai parenti, tutti gli abitanti del villaggio, gli amici e i conoscenti potessero partecipare. Tuttavia ci sono inconvenienti e imprevidenze, che stanno a testimoniare come l’esperienza amorosa, pur così esaltante, costa fatica ed incontra difficoltà. Sul più bello viene a mancare il vino. Gesù rimedia radicalmente procurando del vino nuovo che risulta migliore di quello precedente. Questo vino rilancia la festa. Esso diventa il segno di una nuova festa nuziale, la cui gioia continuerà sempre, garantita dal vino nuovo, che diventa il simbolo di un amore pieno ed inesauribile: la festa delle nozze tra Dio e gli uomini, della Nuova Alleanza.
Questo banchetto di nozze tra Dio e il popolo d’Israele era già stato prefigurato nell’Antico Testamento. Gesù lo rivela pienamente: Egli ci rivela il volto del Padre, la cui bontà ci sconcerta; perfeziona i dieci comandamenti con lo spirito delle beatitudini, predicando ed illustrando con l’esempio un’ideale sublime di amore, che evidenzia le nostre meschinità. Gesù ci rivela che l’Alleanza non è un legame che limita la nostra libertà, ma un rapporto sponsale perchè Dio si è innamorato dell’uomo. E’ Dio che per primo cerca l’uomo fin dall’origine con Adamo, è illustrato fa Gesù nella parabola della pecorella smarrita: Egli è venuto a cercare ciò che era perduto. Dio è infatuato dell’uomo. La storia di questo innamoramento di Dio si conosce attraverso la vita di Gesù narrata dai Vangeli. I Padri hanno detto che i Vangeli sono una lettera di amore con il quale Dio dichiara la sua intenzione di sposare la sua fidanzata, l’umanità, per farne la sua sposa. L’amore con il quale Egli ama è il vino nuovo, che trasforma ed arricchisce la nostra vita! Questa è la festa destinata, a durare in eterno.
Certo l’atmosfera gioiosa è sottoposta al logorio del tempo e delle vicissitudini umane. Allora quali scorte di vino avere a disposizione quando la vita tutto pare meno di una festa? La Madre di Gesù dice: “Fate quello che Lui vi dirà”. Fare la volontà di Gesù, vedere la vita con i suoi occhi, godere della sua compagnia, sapere che ci accompagna. Questo infonde in ogni istante una gioia sobria e sincera. Ci fa bene chiederci a che punto siamo della nostra fede. Non siamo da troppo tempo bloccati, parcheggiati dentro una religione convenzionale, esteriore, formale, che non scalda più il cuore? E’ triste quando una comunità di credenti non desidera più e, stanca, si trascina a gestire le cose invece che lasciarsi spiazzare da Gesù, dalla gioia dirompente e scomodante del Vangelo. Sentirsi amati per sempre è la nuova creazione.