LA GRANDE “FESSERIA”
Con un tono un pò disincantato mi riferisco al brano molto serio della prima lettera ai Corinzi di S. Paolo, dove l’apostolo ricorda che la vita di Gesù, culminata nel supplizio della Croce, era definita dagli Ebrei scandalo e dalle persone colte del mondo greco follia, in poche parole una grande fesseria. Paolo conclude però in questo modo: «Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» [I lettera ai Corinzi, 1,23-25]. Si pone allora il problema di chi è stolto e di chi è sapiente. La festa del Natale ci pone questo interrogativo radicale: chi è il sapiente e chi è il pazzo ? Al quesito dobbiamo dare una risposta. Senza peccare di presunzione, immagino che Gesù darebbe una risposta di questo tipo:
«Mi ha fatto male sentirmi dare del pazzo già ai miei tempi. Oggi siete ancora nella stessa situazione; mi addolorano molto l’indifferenza e la superficialità con cui considerate la mia venuta in questo mondo. Non capite ancora la portata delle mie scelte. Innanzitutto ho voluto esservi vicino il più possibile. Voi uomini fate pazzie pur di stare accanto alla persona amata anche solo per qualche minuto; questo voi lo chiamate giustamente amore. Ma io ho fatto molto di più. La mia venuta non è stata solo un avvicinamento, ma anche una condivisione reale della situazione umana, non molto allegra a causa delle disgraziate scelte da voi operate lungo il corso dei secoli. Del resto anche voi siete convinti che solo nella condivisione si manifesta un amore vero. Per sollevare un povero dalla fame, è necessario privarsi di qualcosa e condividerlo. Ma anche questo non basta. Una mamma non solo prodiga ogni cura al figlioletto malato, ma vorrebbe togliergli pure il male di cui soffre prendendolo su di sè. Ma non può farlo. Ora quello che risulta impossibile a voi uomini, io invece l’ho compiuto; servendomi della mia onnipotenza divina, sono diventato uno di voi condividendo integralmente la vostra complicata situazione.
Per questo la mia venuta nel mondo non è stata un’amena passeggiata: sono nato povero, in un alloggio di fortuna negli strati più bassi della società; ho ricevuto le prime visite da gente poco raccomandabile; quando mi hanno fatto degli onori alcuni sapienti, i Magi, sono stato considerato un pericolo pubblico e ho dovuto fuggire come un perseguitato. Attraverso queste scelte traumatiche volevo farvi un forte richiamo per la vostra coscienza indurita. Voi fate consistere la fortuna e la felicità nell’essere ricchi, potenti, magari anche prepotenti, baciati dal successo e dagli onori. Fate dei beni di questa terra i vostri idoli e li amate tanto da perdere il bene dell’intelletto. Scusate se mi permetto di ricordarvi il primo dei dieci comandamenti: Io sono il vostro Dio; perciò dovete adorare solo me e non altri. Questo comandamento significa obbedire alle mie leggi e seguire i miei esempi. Quando sono apparso tra di voi ho voluto seguire una strada radicalmente diversa, per farvi capire con il mio esempio quanto sbagliate. Se io sono nato povero e umile, ho fatto questo per smascherare l’inganno che vi rovina da secoli con gli idoli del denaro, della ricchezza e della potenza. Invece che ravvedervi, dite che Io, il Signore, sono un pazzo e un fesso. Ma ditemi: dove sta la vera pazzia; è la mia oppure la vostra? Dovreste prendermi in seria considerazione, perchè sono il Figlio di Dio, la Sapienza Eterna di Dio, come mi definisce l’apostolo Paolo. Io penso di non essere mai stato così sapiente come quando sono nato in una stalla e sono stato deposto in una mangiatoia. Qualcuno potrebbe dire che è stata tutta una finzione: vi giuro che ho sentito le punture della paglia della mangiatoia, ho provato il freddo di quella notte e i morsi della fame. Sono il Creatore che si è fatto creatura, il Padrone che si è fatto vostro servo, il ricco diventato povero, il potente divenuto fragile. Fin dall’inizio avete sostenuto che l’annuncio della nascita di Gesù era una pazzia, in realtà nella notte di Natale si manifesta la sapienza divina, a cui gli angeli rendono onore. Tiratene voi le conclusioni!».