Fra le molte proposte di libri che campeggiano nelle vetrine di questi giorni natalizi si segnala un’interessante e originale opera che si occupa in maniera brillante di come si è evoluto l’ambito calcistico negli ultimi anni.
Il titolo potrebbe far pensare ad un libro tecnico e per tecnici degli affari economici che ruotano attorno al mondo del pallone. Niente di più sbagliato. La fatica editoriale del prof. Enrico Flavio Giangreco, docente di Comunicazione e Marketing, nonché apprezzato opinionista di Inter TV, si presenta sotto una veste diversa: un libro in cui l’autore cerca di dare delle risposte chiare a domande che da tempo il mondo del calcio si pone (o si dovrebbe porre): in cosa consiste la gestione di una squadra? Quali sono i fattori che hanno portato il calcio italiano allo scandalo di Calciopoli? Ma anche una visione differente dell’approccio a questo sport. I tifosi, ormai diventati clienti, hanno bisogno di elementi di dimensione affaristica ed imprenditoriale per discutere delle vicende della propria squadra. Beati i tempi in cui bastava dire che «el tersin el fa el tersin, el median el fa el median» (Osvaldo Bagnoli)…Oggi nei bar si discute anche di doping amministrativo, diritti televisivi, quotazioni in borsa e bilanci. Molto spesso, e come nelle migliori tradizioni del Bar Sport, senza troppa cognizione di causa. Questo non significa che “La fabbrica del pallone” sia un’opera banale e semplicistica ma anzi cerca di trovare la chiave giusta, utilizzando fonti e dati, per sintetizzare cosa dovrebbe fare il mondo del calcio per non cadere nuovamente nel baratro di amministratori da finanza creativa. Partendo da una approfondita analisi della normativa legislativa e da una delle trasformazioni epocali per una società di calcio, ovvero il passaggio da non profit a società con fini di lucro, l’autore passa per la gestione della comunicazione e del marketing con un vademecum per i dirigenti. Non mancano i riferimenti alla sentenza Bosman, vero e proprio spartiacque nella visione del mercato dei trasferimenti, per finire al modello inglese di quotazione in borsa e ad alcuni consigli per far ripartire il sistema di gestione del calcio italiano. Restiamo in attesa da parte dell’autore di un suo commento autorevole sulla locale questione dello stadio di Bergamo che, da troppo tempo, è rimasta sospesa e che, a tutt’oggi non pare abbia sbocchi. Da ultimo si segnala il paragrafo dedicato all’Inter Campus, un interessantissimo esempio di calcio (usato anche da altre società come Milan e Juventus ad. es.) come mezzo di comunicazione di valori sociali e culturali nonchè come strumento di aggregazione di giovani in grado di avvicinare chi è diverso per religione, colore, razza e tradizioni. Chi avrebbe mai detto che esiste una collaborazione fra Inter Campus e il “Peres Center for Peace” nella quale sono coinvolte società Israeliane e palestinesi gemellate fra loro come Gerico e Nablus (in Palestina) , Afula, Ra’anana e Migdali Hà Emeq (in Israele)? Un bell’esempio di come il calcio possa unire!!! |