Un tizio quando gli chiedono dove abita, risponde, “in Italia”, e poi precisa, “sono prigioniero in Italia”. Esistono Stati dove sei cittadino, altri dove sei suddito. Stati in cui produrre ricchezza e dare lavoro e un merito altri dove invece è una colpa, che va punita (aver avuto il partito comunista piu grande mondo tracce ne ha lasciate…).
Se in altri Stati un’impresa dà lavoro, viene premiata, da noi viene tassata (leggi Irap). Ci sono stati dove lo Stato si complimenta con l’azienda che fa fatturato e utili e aumenta il Pil e altri dove invece se guadagni troppo e perchè “hai evaso”.
Non bastava il deprecabile strumento anti liberale e liberticida degli studi di settore per le imprese. Ora lo hanno esteso anche per le famiglie. Non bastava ficcare il naso nelle attività di un’impresa (le imprese seche le PMI sono quelle che mandano avanti la baracca in Italia), ma ora lo si mette anche nei bilanci familiari. Con lo studio di settore per famiglie cioè redditometro, lo Stato non quello “che lo stato siamo noi”, ma lo Stato hegeliano,dittatoriale e ispettivo lontano dalle concezioni liberali e liberiste, pone sul banco degli imputati le famiglie. Ricche e povere che sia, poco importa. Uno stato orwelliano. Occhiuto. Che utilizza questi sistemi solo per giustificare l’apparato che deve alimentare ogni giorno. C’è un’Italia che produce, E un’Italia parassita. Questa oggi prevale. Per alimentarla scatena la finta campagna anti evasione da parte di uno Stato che in realtà per 50 anni ha tollerato l’evasione. O troppo, o niente. Con la scusa di finanziare servizi pubblici che efficienti non sono, di mantenere una burocrazia che è li solo a complicare la vita a lavoratori (autonomi o dipendenti che siano) famiglie imprese. Che da un lato per scovare gli evasori, mette le mani nei cassetti delle nostre famiglie, chiedendoci di giustificare dove abbiamo preso i soldi per la vacanza a Rimini o a Sharm el sheik. E dall’altro regala soldi a destra e manca, strapaga i boiardi di Stato, una massa impiegatizia statale parassita, regala esenzioni a pioggia (ticket, sanità, bonus), senza guardare invece il reale patrimonio del richiedente.
Visto che il redditometro dovrebbe scovare l’evasione e il mancato gettito allo Stato perchè invece non si opera sul fronte della spesa dove avvengono i maggior sprechi, estendendo ad esempio, a tutte le concessioni di esenzione, lo strumento delle fasce Isee? O i soldi a pioggia dei vari bandi pubblici?
Cosi eviteremmo di dare esenzioni, prebende sociali od altro a chi magari figura come reddito zero ma in realtà ha un bel patrimonio da parte. Comunque, quello che serve è una grande rivoluzione liberale, liberista e libertaria, che faccia di questo Paese un luogo dove si possa dire: lasciateci lavorare, lasciateci produrre e far crescere il benessere, lasciatecela godere e non disturbateci.