Per anni, troppi, taluni frettolosi esperti di vino hanno automaticamente evitato di assaggiare prodotti firmati da “Cantine sociali”. Quell’aggettivo, “sociale”, per loro era sinonimo di mediocrità. Errore di valutazione che si sta rivelando sempre più infondato. “Sociale” significa solo che le uve che arrivano in quella cantina sono di numerosi soci con feritori: i “puristi” del vino temevano, a torto, un miscuglio di uve dalle qualità e caratteristiche diverse che potevano limitare la qualità del vino prodotto. Grazie all’impegno e alla professionalità di enologi sempre più preparati, la provenienza delle uve da più parti del territorio è oggi diventata una opportunità per scelte motivate, destinate alla preparazione di basi diverse sempre più finalizzate alla qualità.
Convinzione che abbiamo potuto constatare partecipando a una cena al ristorante “Ciccio passami l’olio” di via Sant’Alessandro a Bergamo. I piatti preparati dallo chef Luca Locatelli sono stati abbinati a quattro vini della Cantina sociale bergamasca di San Paolo d’Argon (Bg). Spiegati dal giovane enologo Mattia Grattieri (28 anni, laureato a San Michele all’Adige, esperienze a Cà del Bosco e in Nuova Zelanda per la vendemmia del Sauvignon Blanc, oggi braccio destro a San Paolo d’Argon del super direttore della Cantina, Sergio Cantoni) ed assaggiati con attenzione, i vini hanno ben impressionato, anche per il buon rapporto qualità-prezzo.
Si è cominciato con il Metodo classico Colleoni Brut Millesimato 2013, 30 mesi sui lieviti, secco, fresco, di buona persistenza, abbinato a iniziale Gazpacho di pomodoro con sfere di ricotta e semi di papavero. Lo chef Locatelli (che è qui in via Sant’Alessandro da ormai 17 anni, contitolare con la dinamica Eleonora Spallino, moglie e direttrice gentile e attenta) ha quindi puntato su un risotto, uno dei tanti che da sempre tutti gli riconoscono come insuperabili: risotto con crema di zucca, straccetti di bufala e pepite di crudo, abbinato a un delizioso Incrocio Manzoni annata 2016, un bianco che ha sorpreso tutti i convitati per la freschezza e il bouquet di aromi. E’ seguito un tradizionale Guanciale di manzo con polenta, in abbinamento a un fiore all’occhiello della Cantina di San Paolo d’Argon, il Valcalepio Rosso Riserva denominato (noblesse oblige) “Vigna del Conte”. Per finire, il pregiato Perseo, Valcalepio Moscato Passito, da uve Moscato di Scanzo, con profumi di rosa, uva passa e sentori speziati, dolce e vellutato in bocca, ha accompagnato la bavarese alla fragola. Una cena dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, arricchita di interesse anche per la contemporanea inaugurazione, in una delle sale, della mostra delle opere, in acquarello e acrilico, della pittrice Serena Bernardi di Stezzano (Bg). Per noi una vera gradita sorpresa quei ritratti spesso enigmatici riuniti sotto il titolo “Tante sfumature di Donna”. Una passione per la pittura che la Bernardi coltiva da una decina d’anni con sempre maggiori soddisfazioni. E le merita.
NELLA FOTO, DA SINISTRA, GRATTIERI, SPALLINO, LOCATELLI, BERNARDI.