A due settimane dalla presentazione del piano di riorganizzazione chiamato “Progetto 2015” che coinvolgerà i siti italiani di Italcementi, Ctg e Calcestruzzi e in cui si prevede il ricorso alla cassa per ristrutturazione per un totale di 740 persone (665 in Italcementi), a Roma l’azienda e i sindacati hanno firmato un’ipotesi di accordo. L’intesa, relativa solo ad Italcementi, prevede il ricorso alla cassa straordinaria per ristrutturazione dal 1° febbraio 2013 al 31 gennaio 2015, dunque per 24 mesi, per un numero massimo di 665 lavoratori. Si tratta di esuberi temporanei collegati al calo del mercato del segmento del cemento e alla nuova articolazione produttiva del gruppo.
«Per i lavoratori che supereranno i tre mesi anche non continuativi di collocazione in cassa l’azienda erogherà 550 euro al mese come sostegno al reddito e si farà carico di spese sanitarie e scolastiche dei figli dei lavoratori sospesi per più di 6 mesi fino ad un massimo di 1.000 euro», hanno detto Umberto Giudici per la Filca-Cisl, Ivan Comotti per la Fillea-Cgil, Luciana Fratus della Fillea-Cgil, Duilio Magno per la Feneal-Uil di Bergamo. «L’accordo, inoltre, non prevede la chiusura definitiva degli stabilimenti di Monselice, Broni e Trieste, ma la trasformazione di questi siti in centri di macinazione del clincker. Inoltre, l’azienda valuterà la ripresa produttiva in questi tre stabilimenti in relazione al mercato e, in particolare per Monselice, in rapporto anche alla pronuncia del Consiglio di Stato sulla legittimità di procedere alla costruzione di un nuovo impianto».
A livello locale è stato concordato che verranno attivati confronti tra le Rsu, assistite dalle organizzazioni sindacali, e l’azienda per definire necessità e modalità di ricorso alla cassa. Ogni 4 mesi, poi, a livello nazionale si terranno confronti per il monitoraggio mentre a livello locale incontri su richiesta delle parti.