Ogni giorno, giornali e televisione ci mostrano le immagini del dramma che si sta consumando nei nostri ospedali. In questo scenario gli studenti sono obbligati a stare a casa, ma ciò non li rende impassibili di fronte alla cruda realtà che si sta consumando sotto i loro occhi.
In questi giorni, i Rappresentanti degli studenti dell’Istituto tecnico commerciale Bortolo Belotti di Bergamo hanno deciso di aiutare l’Ospedale Papa Giovanni XXIII istituendo un fondo in cui hanno fatto confluire i soldi che, come dichiarano, altrimenti “sarebbero stati spesi per l’acquisto di fotografie [di classe] e annuari”. L’impegno di solidarietà degli studenti del Belotti non si ferma qui, poiché chiunque può contribuire alla causa partecipando alla raccolta fondi che “coinvolge gli studenti, le famiglie, i docenti e tutti i collaboratori.” Nella bergamasca si contano circa 45.000 ragazzi delle scuole superiori: anche solo un euro a testa potrebbe fare la differenza.
Il Belotti non è l’unico istituto che ha avuto questa iniziativa. Infatti, stando alle dichiarazioni dei Rappresentanti della Consulta Provinciale degli Studenti, molti altri giovani bergamaschi stanno dando il loro piccolo ma significativo contributo. È un chiaro segno di impegno da parte del mondo studentesco il quale, oggi più che mai, vuole essere protagonista del proprio presente.
La “gioventù bruciata”, insomma, vuole fare la sua parte per aiutare il proprio territorio in difficoltà, a discapito di chi ama criticarla di continuo. E le generazioni più longeve e mature? Sentono anche loro questo bisogno di contribuire per il benessere della collettività? Lascio al lettore il privilegio di rispondere.
Alessandro Frosio
Per chi volesse partecipare a questa raccolta fondi per l’ospedale “Papa Giovanni XXIII”, può informarsi a questo collegamento: https://www.gofundme.com/f/gli-studenti-contro-il-covid?utm_source=customer&utm_medium=copy_link-tip&utm_campaign=p_cp+share-sheet