Un’intricata e paradossale vicenda sta complicando la già difficile situazione dei 35 lavoratori rimasti senza prospettive dopo il fallimento dell’azienda metalmeccanica Ipsa di Albano Sant’Alessandro. A luglio era stato firmato un accordo per l’avvio della cassa straordinaria per procedura concorsuale che avrebbe dovuto garantire un anno di integrazione salariale a partire (retroattivamente) dal 7 giugno, data del fallimento dell’azienda. «Ora, però, l’iter per l’ottenimento dell’ammortizzatore sociale è stato bloccato da una disputa sulle competenze», denunciano Mauro Rossi della Fiom-Cgil e Marco Fiorina della Fim-Cisl di Bergamo.
Dopo la firma dell’accordo per l’avvio della cassa straordinaria in Regione, il curatore fallimentare di Ipsa Claudio Dalla Valle ha, infatti, avanzato dubbi sulla titolarità della procedura fallimentare: non è chiaro se i 35 lavoratori rimasti in carico all’azienda facciano capo alla procedura fallimentare di Ipsa oppure a quella di Cattaneo Presse International, da cui Ipsa aveva affittato un ramo d’azienda.
Risulta, infatti, che Ipsa non abbia mai pagato per l’affitto, dunque il contratto di quell’operazione sarebbe da considerarsi decaduto. Successivamente, però, in fase di asta del medesimo ramo di azienda, Ipsa aveva acquisito la medesima parte di produzione, per la seconda volta non onorando i debiti. Così, in occasione dello sfratto, l’ufficiale giudiziario aveva restituito il complesso aziendale a Cattaneo Presse International.
«La situazione – continuano Rossi e Fiorina – è davvero assurda e i lavoratori sono ridotti alla fame per un paradosso che ad oggi sembra senza soluzione. Sono stati già effettuati incontri con i due curatori fallimentari e con l’assessorato provinciale al Lavoro. Ora abbiamo chiesto un incontro urgente al giudice Giovanna Golinelli del Tribunale del Lavoro Bergamo-sezione fallimentare, che sta gestendo il fallimento della Cattaneo Presse International».