DOMENICA V DI PASQUA ANNO C
Dal Vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Commento
Il contesto è altamente drammatico. Giuda è appena uscito dal cenacolo, per andare dai sacerdoti e tradire Gesù. Questi ha un atteggiamento incomprensibili: invece che prendere le contromisure per sfuggire alla cattura, si limita a fare delle dichiarazioni a dir poco sconcertanti: il Figlio dell’uomo (titolo, che Gesù si attribuiva e indicante la sua missione divina) trova la sua massima glorificazione, quando tutto sembra andare in senso negativo: il favore delle folle è instabile e ambiguo, le autorità ebraiche sono contrarie e fermamente decise ad eliminarlo, un discepolo sta attuando il tradimento! Quali le ragioni di questa singolare dichiarazione?
La gloria di Gesù appare nella libertà sovrana con cui affronta la morte per farne un atto di amore. Egli muore in conseguenza della testimonianza da lui resa alla verità di Dio, il Padre. Oggetto di rifiuto da parte di coloro che lo vogliono eliminare sono la nuova Legge, contenuta nel Discorso della Montagna, l’amore verso i peccatori, l’interpretazione del sabato, il ridimensionamento del Tempio di Gerusalemme, l’affermazione della sua autorità, che osa correggere Mosè e le tradizioni dei padri. Nonostante le minacce, non rinuncia alla Verità per timore della morte.
La gloria appare nel rapporto con Giuda, esemplificativo dei rapporti tenuti da Gesù con gli uomini. Avvolto dall’odio e dalle tenebre del tradimento, Egli non rinuncia a trattare con amore il suo discepolo, disposto a perdonarlo e a riaccoglierlo.
Questo comportamento costituisce la gloria di Gesù, cioè rivela la sua grandezza, la sua personalità, tutto il suo amore, esaltando un modello di comportamento che non sempre viene riconosciuto come autenticamente glorioso e grande.
Nella scelta di Gesù non si rivela solo la sua gloria, ma anche quella del Padre. che ha motivo di compiacersi totalmente di Gesù, suo Figlio, perchè lo rivela, lo fa conoscere per quello che veramente è, senza trasmettere una falsa immagine.
Questo considerazioni risultano comprensibili, se noi mettiamo a fuoco ciò che costituisce la base e l’originalità del Cristianesimo: Dio si rivela attraverso l’umanità. L’uomo è lo strumento più adatto e completo per manifestare il mistero di Dio. Normalmente si pensa che Dio si riveli attraverso la bellezza e la potenza del creato. L’uomo lo può fare molto di più, perchè è persona, capace di relazioni personali e di amore. Ora la pienezza della rivelazione di Dio avviene nella vita umana di Gesù, che tocca il suo massimo livello nella sua morte sulla croce per amore. In essa Dio si dice tutto, non può dire di più di se stesso; il Padre si trova adeguatamente rivelato, perchè in essa trova piena espressione la sua misericordia. La natura umana è stata creata capace di rivelare la gloria di Dio: perfettamente in Gesù, ma ugualmente anche in noi, seppure meno perfettamente. La condizione è quella di imitare Gesù che ha detto: “amatevi come io ho amato”. Se ci ispiriamo a Lui, pure attraverso i nostri limiti, può apparire in noi qualcosa di autenticamente divino.