È rimasto a Mantova, nella prestigiosa cornice di Palazzo Te, per dieci anni. Ora torna a Bergamo, al Museo Archeologico di Piazza Cittadella, il sarcofago di Ankhekhonsu, reperto archeologico egizio di tremila anni fa. Fu un dono del console d’Italia Giovanni Venanzi, nel 1885, con un passato professionale ad Alessandria d’Egitto. La «bara» dello scriva sarà al centro di un percorso museale ad hoc allestito in primavera. Il sarcofago, databile alla XXII Dinastia (900- 800 a.C.), è di forma antropoide ed è costituito da una cassa con coperchio in legno di cedro; un secondo coperchio, molto simile al primo, si trovava all’interno poggiato direttamente sulla mummia. Cassa e coperchio sono ornati da scene di carattere religioso, nelle quali, oltre al defunto, compaiono numerose divinità. Le diverse scene sono intervallate da iscrizioni disposte su colonne verticali.