I costi insostenibili del gas e dell’elettricità in Italia e il conflitto in Ucraina minano la stabilità delle imprese bloccate da sfiducia e pessimismo. Il nuovo grido d’allarme arriva da Michele Biza, Presidente Altre Industrie Manifatturiere Confindustria Valle d’Aosta che denuncia: “Il pericolo è la chiusura forzata di molte attività, oltre ad un ulteriore aumento dei prezzi da parte degli imprenditori a causa del conseguente rincaro delle materie prime. Gli effetti di questa situazione andranno ad indebolire i conseguenti consumi ed incideranno sull’inflazione”.
Una preoccupazione motivata dai dati del Centro studi di Confindustria, che mostrano costi energetici in impennata per le imprese manifatturiere con 37 miliardi previsti nel 2022 dai 5 del 20201. A soffrire, secondo le previsioni di Biza, non sarà solo il settore manifatturiero con uno scenario poco roseo nei prossimi mesi dove “le tariffe si alzeranno ulteriormente e le aziende avranno grande difficoltà a riversare tutti i costi sul prodotto e sul mercato”, ma anche quello “della ristorazione, del commercio e della ricettività”.
L’indagine della Valle d’Aosta in numeri. Sebbene un periodo duro aspetti le imprese, in Valle d’Aosta i rincari energetici e dei materiali sono stati incassati con vigore. Lo dimostrano i risultati dell’indagine previsionale relativa al primo trimestre 2022 realizzata da Confindustria Valle d’Aosta2 sulla base delle risposte pervenute da un campione molto significativo di aziende del settore manifatturiero e dei servizi. (Da questa indagine sono escluse le aziende edili). Anche in questa regione il rincaro dell’energia mina la ripresa avviata nei mesi scorsi. Intanto però migliora il dato dell’occupazione che passa da +11,54% del quarto trimestre del 2021 a un +19,05% del primo trimestre del nuovo anno. Poi cresce di quasi dieci punti percentuali il dato relativo alla produzione che sfiora il 37%. Lievita inoltre il dato sui nuovi ordini che fa registrare un +40% e quello relativo all’export che si attesta su un +43,48%. Se lo scorso anno i rincari dei materiali hanno inciso per il 25% sull’aumento dei costi di produzione e quelli energetici hanno pesato per circa il 50%, le previsioni relative al primo trimestre 2022 ritengono che i prezzi dei materiali incideranno per il 21%, mentre i rincari energetici per un 25%. In una situazione dominata dall’incertezza e dall’oscillazione, il pessimismo frena però gli investimenti. Solo il 4% degli intervistati che ha preso parte all’indagine, ha pensato di investire in tecnologie che permettono di aumentare l’efficienza energetica dell’impresa.
Uscirne si può: tra investimenti privati e interventi statali. In un quadro congiunturale tutt’altro che favorevole, per un’impresa accollarsi i costi di nuovi investimenti diventa impensabile, specie senza l’aiuto dello Stato. Eppure iniezioni di positività guardando al domani con ritrovato ottimismo pare l’unica panacea per le aziende. Il presidente Altre Industrie Manifatturiere nonché amministratore unico della Musumeci S.p.A, azienda specializzata nella produzione di stampati di alta qualità Michele Biza sottolinea: “Momenti di difficoltà come questo devono spingere le attività ad investire ed innovare per prepararsi ai mercati ed agli scenari di domani”. Le imprese, per scongiurare il rischio di chiusure e fallimenti, sperano in interventi immediati: “Va da sé che è fondamentale che questo sforzo sia sostenuto anche dal settore pubblico e dallo Stato”, aggiunge Biza.
Oltre a immaginare interventi strutturali di medio e lungo termine, è necessario intervenire con strumenti che agiscano su vari fronti: dalle agevolazioni nella componente fiscale, a una riforma del mercato elettrico, passando per l’aumento della produzione nazionale di gas riequilibrando gli approvvigionamenti esteri. “Le associazioni industriali e del commercio hanno più volte indicato la richiesta di misure strutturali e riforme della struttura, ad esempio, della bolletta elettrica in modo da ridurre gli oneri generali di sistema”, avanza Biza, sottolineando come la messa a disposizione di risorse rappresenti al momento l’incentivo più funzionale per la crescita sostenibile delle imprese. “I fondi del PNRR sono la migliore notizia per l’economia dell’Italia. Rappresentano un’iniezione di risorse e possibilità che possono dare una spinta fondamentale alla ripresa del nostro sistema Paese – ha analizzato l’ad di Musumeci S.p.A – Si tratta di un’opportunità unica da non sprecare, ma da affrontare tutti insieme, pubblico e privato, con uno spirito univoco”.