A poco più di due anni dalla scomparsa (19 agosto 2017), la figura e la personalità poliedrica di Mimmo Amaddeo sono state ricordate in una riunione congiunta del Panathlon Club di Bergamo e Slow Food Valli Orobiche nel ristorante DaMimmo ai Colli, condotto molto professionalmente da Massimo, uno dei sette figli di Mimmo.
Una vita lunga e avventurosa quella di Mimmo, deceduto all’età di 92 anni, che è stata ripercorsa individuandone i tre filoni principali: Mimmo padre “dolce e sensibile”, come lo ha definito la figlia Loredana; Mimmo grande uomo di sport; Mimmo grande pizzaiolo, ristoratore e amico di Slow Food.
Sentito e commovente l’intervento iniziale di Loredana Amaddeo:«Mio padre uomo speciale, generoso e solidale, che ha trasmesso ai figli i valori della speranza e della sincerità». Di Mimmo uomo di sport hanno parlato il presidente del Panathlon, Attilio Belloli, il socio Maurizio Gamba e Roberto Vezzoli, campione del mondo di tiro dinamico, allievo di Mimmo, definito da Vezzoli “persona di grande carisma”. Presentato dal giornalista Eugenio Sorrentino, nella serata Vezzoli è entrato ufficialmente a far parte del Panathlon Bergamo.
Campione di tiro a segno, Stella d’oro al merito sportivo, Mimmo è stato per anni delegato di Bergamo della Unione italiana Tiro a Segno. A lui si va il grande merito di aver ricostruito e ampliato l’impianto di Tiro a Segno di Alzano Lombardo.
All’architetto Silvio Magni, fiduciario di Slow Food Valli Orobiche, il compito di ricordare Mimmo come pizzaiolo (ha portato la pizza a Bergamo già nel 1956) e grande ristoratore, da sempre sensibile ai princìpi che animano Slow Food: attenzione ai prodotti locali (prima quelli della sua terra, la Calabria, poi quelli orobici), impegno per servire un cibo “buono, pulito e giusto”. Princìpi che ancora oggi animano le iniziative dei figli Roberto e Massimo nei vari settori della ristorazione, princìpi rispettati anche nella preparazione del menù della serata, di stampo tipicamente calabrese: parmigiana di melanzane di mamma Lina; maccheroni in crema di peperoni e ricotta salata; coniglio arrosto alla calabrese con caponatina piccante; mousse di ricotta al cedro e fichi. In abbinamento un vino rosato da vitigno autoctono Calabrese in purezza, prodotto a Palizzi (Rc) da Terre Grecaniche in vigneti confiscati alla mafia. Mimmo, da lassù, ha certamente sorriso e approvato.
NELLA FOTO DI DINO MANGILI, DA SINISTRA, BELLOLI, LOREDANA E MASSIMO AMADDEO, MAGNI.