È stata approvata nella serata di giovedì 1 dicembre, durante una seduta del Consiglio di Amministrazione del Parco delle Orobie Bergamasche, la convenzione con l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste della Lombardia (ERSAF) per la gestione dell’area demaniale regionale del Monte Arera a Oltre il Colle, in Val Brembana.
L’ERSAF dopo aver acquisito al demanio regionale i terreni di una delle aree più ricche di biodiversità della Lombardia, ne ha concesso la gestione al Parco delle Orobie Bergamasche. Si tratta di un traguardo arrivato a conclusione di un iter lungo e complesso, un passo in avanti decisivo per la realizzazione di un serio programma di tutela di questi territori, dove vivono esemplari animali e vegetali unici al mondo.
“Da sempre la zona del Monte Arera è stata oggetto di particolare attenzione da parte del Parco delle Orobie Bergamasche, consapevole di quanto quest’area sia preziosa per la tutela della biodiversità – ha commentato Franco Grassi, presidente del Parco –. Sotto la nostra gestione, affidata a professionisti seri ed esperti che conoscono molto bene le caratteristiche peculiari di queste montagne, la tutela sarà ancora maggiore e passerà attraverso controlli severi e il paradigma della tolleranza zero verso comportamenti che possono mettere seriamente a rischio la zona, come l’abbandono di rifiuti. Continueremo a valorizzare il Monte Arera, come già fatto negli anni passati, ma gli escursionisti dovranno capire che stanno attraversando un’area preziosa, che va rispettata nei suoi delicati equilibri. In gioco c’è il futuro di uno dei principali siti naturalistici d’Europa”.
Successivamente il CDA e l’Assemblea del Parco hanno approvato lo statuto del Parco delle Orobie Bergamasche, rispettando così l’ultimatum imposto per il 4 dicembre dal Pirellone con la legge regionale sulle aree protette varata lo scorso luglio, pena il commissariamento dell’ente. Lo statuto fissa in maniera chiara le finalità del Parco, il sistema di spesa da attuare e la ripartizione delle competenze fra il direttore e il CdA. Ora passerà al vaglio di Regione Lombardia e, in seguito, l’assemblea sarà chiamata a nominare il presidente e i membri del CdA.
“La necessità di mettere per iscritto in tempi così brevi le regole di funzionamento, di certo non ha aiutato i delicati equilibri che in questi anni abbiamo costruito con i Comuni e la Provincia,– ha concluso Grassi –. Alla fine però siamo riusciti a rispettare i tempi e a portare a termine un buon lavoro, che si è ispirato soprattutto al buon senso, perché il commissariamento avrebbe significato per le istituzioni del territorio perdere la possibilità di gestire le proprie aree tutelate e quindi esporle a rischi potenziali molto seri, buttando al vento anni di lavoro.”