DOMENICA II AVVENTO – FESTA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Commento
Ci troviamo di fronte a Maria di Nazareth nel momento in cui riceve la proposta di diventare la madre del Messia promesso. L’arcangelo Gabriele la saluta con il titolo “piena di grazia”, perchè è la più grande tra le persone chiamate da Dio a svolgere una missione. I profeti e gli apostoli si sono limitati a far pervenire un messaggio da parte di Dio. Maria invece ci ha donato lo stesso Figlio di Dio, Gesù, e lo ha reso presente su questa terra. Inoltre nessuno dei chiamati ha dato come lei una risposta positiva e senza riserve a Dio: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Questa è la causa del privilegio che oggi si celebra: la sua concezione senza peccato, cioè la sua sottrazione al male fi dal momento del suo concepimento.
Tuttavia la sua disponibilità a servire il Signore non si è limitata al momento dell’annuncio, ma è continuata per tutta la sua vita. Maria ha fatto oggetto costante della sua attenzione quel Figlio che aveva generato in modo così singolare. Ella voleva carpire il segreto della sua identità, il perchè di scelte tanto singolari e controcorrente e ciò non è stato per nulla facile. Dal momento della nascita a Betlemme in una stalla alla tragedia del Calvario la fede di Maria è stata messa a dura prova, ma non è venuta meno. La Chiesa celebra la santità di Maria, non solo perchè presente fin dall’inizio, ma perchè accolta e incrementata per tutta la vita in una fedele imitazione di Gesù.
Ora a noi viene proposto l’esempio di Maria perchè contemplando e imitando il suo Figlio abbiamo a conseguire la nostra perfezione, cioè una vita buona, bella e felice come fu appunto quella di Gesù.
La vita di Gesù è stata una vita buona, perchè era contrassegnata dalla logica della mitezza, dell’umiltà di cuore, della misericordia verso tutti. L’apostolo Pietro la riassume in questa affermazione: “ Gesù passò facendo del bene” (Atti degli Apostoli, 10,38).
Ma la vita di Gesù fu anche umanamente bella. La sua esistenza di uomo povero è stata condotta con dignità, mai intaccata di bassezze. Gesù ha conosciuto la gioia della condivisione e dell’amicizia con una dozzina di uomini (gli apostoli) e con acuni discepoli, comprese diverse donne, come Marta e Maria. Gesù ha saputo riconoscere e apprezzare la bellezza della creazione, come i gigli del campo dall’abito più splendido del re Salomone, come la gallina che teneramente raccoglie i pulcini sotto le ali per pRoteggerli.
Gesù ha vissuto una vita felice e beata, non in un senso mondano e banale. Più volte ha affermato di voler dare la sua esistenza per gli altri e questo dava senso alla sua vita, nell’obbedienza amorosa del Padre. Così, nella pienezza di senso che nasce dall’amore, ha potuto accogliere la croce con serenità. Ha vissuto una vita impregnata della felicità, facendo ogni giorno l’esperienza amorosa del Padre, un amore da condividere con gli altri.
Maria ci offre il suo figlio Gesù e ci invita a tenerlo costantemente sotto gli occhi, come ha fatto lei, per avere un alternativa valida ai tanti modelli fasulli che ci vengono proposti. La vita buona, bella e felice di Gesù può divenire per ciascuno di noi l’esempio grazie al quale possiamo riconciliarci con la nostra esistenza e imparare a vivere giorno per giorno in pienezza. Come per Maria, non è un impegno saltuario, ma di tutta la vita, che se perseguito, opera in noi un mutamento radicale, cioè una conversione.