Difficile non essere attratte o lasciarsi prendere dal fascino sia fisico e sia spirituale di un uomo così. Anche se lasciarsi andare a questa passione conduce inevitabilmente al dolore e alla sofferenza (per entrambi). Del resto un amore non è mai una scelta: quasi sempre un percorso ineluttabile. Un uomo, che rinuncia alla carne, convogliando tutta la propria spiritualità e la propria fisicità nell’opera pastorale deve essere superiore alla media.
C’è un fascino, in sostanza, anche nella castità, diverso da quello dell’uomo comune perché diverso è il tipo di investimento compiuto da un sacerdote. Il percorso di trascendenza che un sacerdote compie fa sì che la sua personalità risulti più evoluta e più complessa. Il fascino della tonaca in sostanza consiste in una generosità nel darsi rinunciando a sé stessi, in un vissuto spirituale particolarmente intenso.
Tuttavia non dimentichiamo che spesso innamorarsi di un sacerdote può essere un modo di mettersi al riparo dai concreti coinvolgimenti di una vera storia d’amore. L’elemento fondamentale di questi innamoramenti è l’irraggiungibilità del partner che difende pertanto dalla possibilità di una relazione autentica. Ma che succede invece quando il partner in questione diventa raggiungibile? Quando un sacerdote scende dall’altare e si piega alla tentazione della carne? Quasi sempre questa sfida alle regole sociali che ha in sé il fascino proprio della trasgressione, porta conseguenze di solitudine e di dolore per entrambi. Ma soprattutto per Eva tentatrice. Però le statistiche parlano chiaro: su 450.000 sacerdoti cattolici sono circa 80.000 quelli che in qualche modo sono accoppiati. In Italia i preti che apertamente hanno infranto il voto di castità, sono oltre 8000.
Il problema, dunque, è di grosse proporzioni. E non aiuta certo a uscirne il fatto che il Vaticano mantiene in vigore l’antico principio, stabilito nel 1545 dal concilio di Trento del “semel sacerdos sempre sacerdos”: che in altri termini significa che chi è stato ordinato sacerdote rimane tale per sempre, anche se getta la tonaca alle ortiche. Si può ragionevolmente supporre che sia una delle ragioni della notevole crisi di vocazioni: i nuovi seminaristi, da 49.000 nel ’68, sono calati oggi a 6000 circa. Vero è che la lunga formazione in seminario e l’ordinazione, rappresentano per il sacerdote un marchio indelebile, tale da rendere quasi impossibile prescindere, nelle scelte della vita, da tutto quel processo formativo. Ecco che allora l’attrazione per una donna scatena un dramma.
Sara Carrara