Domenica di Pentecoste anno C
Vangelo: Gv 14,15-16.23-26
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Commento
La Didachè o Insegnamento degli Apostoli è uno dei più antichi libri cristiani ed è stato scritto prima della fine del I secolo dopo Cristo. Praticamente contemporaneo ai Vangeli, non figura però tra i libri del Nuovo Testamento, ma sappiamo che è stato oggetto fin dall’antichità di grande venerazione perchè riporta insegnamenti che risalgono direttamente agli Apostoli. Esso contiene le più antiche preghiere cristiane. Tra di esse se ne trova una che si recitava dopo la comunione eucaristica. Essa era la rielaborazione cristiana di una preghiera giudaica, nella quale si ringraziava il Dio d’Israele perchè aveva scelto il tempio di Gerusalemme come luogo e sede della sua dimora. I primi cristiani, utilizzando questa preghiera, l’avevano adattata al loro Credo trasformandola in questo modo: «Noi ti rendiamo grazie, Padre Santo, per la tua gloria, che hai fatto abitare nei nostri cuori» (Didachè, 10,2). Questo semplice cambio di parole rappresenta la rivoluzione cristiana. Il luogo più sacro della terra non era più il tempio di Gerusalemme, dove, secondo la fede ebraica, abitava l’Altissimo, ma il cuore dei fedeli, cioè di coloro che credono in Gesù e ricevono l’Eucarestia. Il cuore dell’uomo è il luogo più sacro della Terra, dove Dio ama dimorare!
Questo testo della Didachè corrisponde al brano evangelico odierno, in cui Gesù afferma che Dio prenderà dimora nel cuore di coloro che osservano la sua parola. In questa presa di possesso al Padre e al Figlio si unisce anche lo Spirito Santo. Si afferma nel brano di Vangelo che il Padre invia lo Spirito nel nome del suo Figlio Gesù perchè prenda dimora nel cuore degli uomini e illumini la loro mente. Lo Spirito Santo, la terza persona della Trinità, è descritto come lo Spirito di Amore comune al Padre e al Figlio, che da essi promana e che viene donato ad ogni uomo, che si apre alla fede. Lo Spirito è detto Santo perchè è la forza divinizzatrice; è il Santificatore che rende l’uomo partecipe della vita divina.
Lo Spirito Santo viene chiamato nel Nuovo Testamento come Dito di Dio, cioè come la potenza creatrice che raggiunge l’uomo e lo trasforma interiormente. Esso scrive la Legge del Vangelo nel cuore dell’uomo, perchè l’abbia ad avvertire come sua propria e non come qualcosa che lo coarta e si impone esteriormente. Lo Spirito Santo ci assimila e ci trasforma in Gesù. Con la legge scritta nel cuore, l’uomo condivide i medesimi sentimenti di Gesù. Il Dito di Dio distrugge ed elimina l’uomo vecchio, cioè il male radicato nel nostro intimo, per fare di ciascuno di noi una creatura nuova, dotata di un cuore completamente nuovo, traboccante di amore e di carità. Così nonostante l’esperienza che talvolta ci fa sentire senza Dio e senza Cristo, crediamo che può nascere in noi la nuova creatura, fatta ad immagine di Cristo. Se abbiamo la pazienza di lasciarla crescere, possiamo diventare legge a noi stessi. L’uomo spirituale, cioè rinnovato dallo Spirito Santo, non obbedisce più ad un comando esterno, ma ad una mozione interna. Questa è la libertà dello Spirito.
Concludiamo con due invocazioni che la Chiesa mette oggi sulla bocca dei fedeli in occasione della festa di Pentecoste e ripetiamole spesso. Una è più breve:«Vieni Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli ed accendi in essi il fuoco del Tuo Amore!». L’altra è tratta dalla liturgia del giovedì prima di Pentecoste: «Venga o Padre il tuo Spirito e ci trasformi interiormente con i suoi doni; crei in noi un cuore nuovo, perchè possiamo piacere a te e cooperare al tuo disegno di salvezza».