Trascorsi mesi per ottenere uno sfratto per la liberazione di un locale commerciale, sono necessari 4 mesi e 10 giorni per avere l’onore che l’ufficiale giudiziario intervenga per l’esecuzione ed il rilascio dell’immobile. Abbiamo consegnato la richiesta il 9 di maggio e ci è stato fissato l’esecuzione per il 19 di settembre! In Italia c’è disoccupazione ma non sembra che ci sia fretta per ottenere giustizia.
In Italia una causa civile dura il triplo della media dei paesi industrializzati.
A Bergamo quanto di più?
Il principale problema della giustizia italiana è la lentezza dei processi civili.
Una giustizia lenta è una giustizia negata, che non garantisce alle persone la tutela del diritto di difesa.
Oltre alla violazione del diritto a un giusto processo, la lentezza della giustizia comporta l’esborso di miliardi di euro l’anno per la riparazione dei danni derivanti dall’eccessiva lunghezza dei procedimenti e la fuga dall’Italia degli investitori, che non hanno un ambiente normativo certo su cui fare affidamento.
La Banca d’Italia ha stimato che una giustizia ragionevolmente rapida porterebbe a un aumento del Pil nella misura di un punto percentuale annuo.
Lo stato di denegata giustizia per eccessiva lentezza dei processi civili pone l’Italia agli ultimi posti nelle classifiche internazionali per la capacità di risoluzione delle controversie, “vantando” il 160° posto su 185 nella classifica mondiale Doing Business.
Il problema, noto ormai anche all’opinione pubblica, è stato inserito nell’agenda delle ultime legislature senza che, però, si sia giunti a una soluzione strutturale.
La giurisprudenza italiana e europea hanno riconosciuto che il diritto al giusto processo e il diritto alla difesa comprendono anche il diritto ad avere una risoluzione dei casi in tempi ragionevoli.
Dal punto di vista tributario, la lentezza dei processi italiani costa ai contribuenti milioni di euro derivanti dalle condanne al risarcimento dei danni per eccessiva durata del processo inflitte dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. A queste condanne, si devono poi sommare i milioni di euro riconosciuti dalle corti d’appello alle vittime della lentezza della giustizia, in applicazione della legge Pinto.