«Costante è il nostro impegno nel promuovere prodotti enogastronomici di qualità e soprattutto quelli del territorio bergamasco, con particolare riguardo ai formaggi. Ecco perchè abbiamo deciso di organizzare una cena di degustazione dedicata ai formaggi della Latteria Sociale Montana di Scalve, realtà casearia nata nel 1968 a Vilmaggiore di Scalve». Ed è stata un successo l’iniziativa dei coniugi Nicoletta Lamera e Mario Bonacina, titolari della gastronomia-bottega-osteria “Golosa Alchinia”, nel centro di Romano di Lombardia (Bergamo). Il menù prometteva bene ed ha mantenuto le aspettative dei commensali: fantasia di caprini di capra orobica; strudel di sfoglia al tartufo con uva passa e Quadrèl; parmigiana di melanzane, stracchino del Gleno e prosciutto speziato; gnocchi di mais spinato di Gandino con fonduta di Scalvitufo; sorbetto allo yogurt.
In abbinamento sono stati serviti rigidamente vini del territorio, prestigiosi come sono quelli della azienda Il Calepino di Castelli Calepio. In abbinamento ai vari piatti si sono succeduti: Calepino Brut Metodo Classico; Valcalepio Bianco doc Surìe 2015; Valcalepio rosso Doc Selezione 2015; Valcalepio Rosso doc Riserva Surìe 2012, tutti della azienda dei fratelli Plebani, con sede a Castelli Calepio, la prima in territorio bergamasco a produrre, già negli Anni Settanta, spumante con il Metodo classico.
Il casaro nonchè direttore della Latteria di Scalve, Lorenzo Bruschi, laureato in veterinaria, originario di Sesto San Giovanni, ha animato la serata raccontando agli ospiti la storia della Latteria e spiegando le caratteristiche dei formaggi che vengono prodotti con latte crudo proveniente dai soli allevamenti della valle e ottenuto da mucche alimentate esclusivamente ad erba e fieno.
L’indiscussa qualità del latte dà vita a formaggi unici e genuini, come la famosa formaggella, lo Scalvitondo, lo stracchino del Gleno e il Quadrel che i coniugi Bonacina hanno esaltato con i loro piatti perchè si prestano benissimo anche per cucinare. Per gli abitanti della Val di Scalve anche i nomi dei formaggi sono molto importanti: lo stracchino del Gleno ricorda la tragedia del crollo della diga, mentre il Quadrèl deve il suo nome al mattone, a ricordare l’abilità dei costruttori scalvini.
Per valorizzare gli allevamenti locali di capre, il dottor Bruschi ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura: la produzione di formaggi di capra (caprino fresco, robiola e formaggella) che sono stati assaggiati in purezza, in abbinamento a delle confetture e lavorati a bombon con nocciole, semi di papavero e zenzero. Alla fine tutti contenti per aver valorizzato prodotti dell’agroalimentare bergamasco con una cena insolita ma interessantissima.