Venerdì alle ore 18.00 alla Feltrinelli di via XX Settembre si presenta il libro “Quando ero Cattivo”, scritto da Guido Nosari ed edito da Giunti racconta la vita di Valentin C., criminale rumeno che negli anni passati ha raggiunto una grande ‘fama’ europea.
Non è nuovo il copione, potremmo dire che è già sentito: un ragazzo cresce in strada e da questa impara a reagire alla vita, diventa un criminale e fa carriera, per poi scoprire se stesso, scoprirsi migliore di ciò che è o crede di essere e infine sottomettersi felicemente alle regole della società dove anche noi viviamo.
Ed ecco che siamo tutti più tranquilli, perché in fondo l’orco non era poi così cattivo, era solo spaventato. La fiaba ci insegna che la società civile è il migliore dei mondi possibili, e anche le figure più nere vengono accolte da madre chiesa e redente.
Per fortuna queste sono tutte stupidaggini, e per grande nostra fortuna questo libro le ridicolizza, e offre al lettore una versione vera di ciò che succede nella redenzione, una storia che non vuole tranquillizzare nessuno, e nessuno tranquillizza.
Valentin è un criminale, ha smesso per amore della figlia ma non ha rimorso di nulla, non si vergogna e soprattutto non chiede scusa. Nelle interviste ricorda spesso che se venisse toccato negli affetti farebbe cose anche peggiori di quelle narrate, ricorda l’eccitazione e l’adrenalina della vita di strada con i soldi facili e le donne sottomesse, ricorda gli amici dei bei tempi che non tradisce neppure oggi e le vittorie in colpi sempre meglio studiati. Chi contro di lui ha perso, chi ha sofferto per sua causa è indietro, e lì rimane.
Questa è redenzione?
Al lettore viene risparmiata tutta la scenografia che ha accompagnato “Educazione Siberiana”, tutto quel palcoscenico, inventato per lo più, che ha fatto vendere e vendere e vendere e che alla fine salvava nel simbolo l’etica anche del più colpevole.
Viene risparmiata la forza dell’amore (dio ce ne scampi) e al suo posto potente subentra la storia, raccontata per come è andata, fluida perché assente di pensiero, narrata nel linguaggio che caratterizza quella ormai cultura di confine del rumeno che padroneggia la lingua italiana.
Così si creano categorie (“poliziottidimmerda”), si creano logiche (fare il “sifon” è la peggiore cosa possibile), si crea una storia che ha il puzzo del vero, e non il profumo del riscatto.
Guido Nosari ha raccolto la storia e l’ha scritta, ‘sbobinata’ direbbero gli anziani, e sul perché un artista visivo si finga scrittore basti accennare alla passione mai morta per i punti di vista estremi, per il capirli perché “estremi alla fine non lo sono mai, e ora scusate ma devo proprio andare”.
Se riuscite leggetelo, nel frattempo venerdì Valentin C., Guido Nosari e l’ottimo Fabio Santini come presentatore dell’evento vi aspettano alle 18 alla Feltrinelli di via XX.