Ieri sera ho visitato la mostra “Gli artisti bergamaschi per Nepios” promossa dalla ONLUS Nepios, che ha luogo nel palazzo Pio Colleoni ed è già alla 6^ edizione.
La mostra fa parte delle iniziative di beneficenza promosse dalla Nepios: in questo caso il progetto è in collaborazione con Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo ed è quello di <<Diagnosi precoce dei disturbi dello sviluppo neuropsicomotorio e cognitivo nelle età sensibili in bambini selezionati per “alto rischio”>>.
Dall’anno 2005 la Neuropsichiatria Infantile degli Ospedali Riuniti di Bergamo, grazie al sostegno dell’Associazione Nepios-Onlus, ha potuto attivare un progetto innovativo volto a riconoscere precocemente elementi di disturbo nello sviluppo in bambini a rischio di disarmonie evolutive in età prescolare e scolare. Nella prima fase del progetto si è concentrata l’attenzione sulla categoria dei bambini nati pretermine e in particolare con grave prematurità in modo da avere la possibilità di costruire tempestivamente un percorso di rinforzo delle funzioni del bambino e di aiuto educativo ai genitori. L’intervento era costituito concretamente da un incontro con i bambini e le loro famiglie nel quale veniva ricostruita la storia dello sviluppo del bambino con un’attenzione rivolta sia agli aspetti inerenti allo sviluppo neuromotorio, cognitivo e degli apprendimenti, sia quelli emotivi e psicologici delle dinamiche relazionali del bambino. Visto il risultato ottenuto in questi primi anni, si è in seguito considerato di allargare l’intervento di prevenzione ad altre categorie di bambini con rischio neuropsichico.
Per promuovere questo progetto la Nepios organizza ormai da sei anni l’esposizione di artisti bergamaschi che generosamente donano le proprie opere. Splendida cornice a questo evento è il luogo Pio Colleoni che Bartolomeo Colleoni acquistò in Bergamo Alta nel 1433, in corrispondenza degli attuali civici 9-11 della via a lui stesso intitolata. In questo fabbricato fu fissata la sede dell’amministrazione dell’Opera Pia della Pietà per il sostegno a ragazze povere. Nella sala di ingresso si conservano, con alcune armature, un grande ritratto a fresco del Colleoni a cavallo e un dipinto di ignoto del Quattrocento raffigurante il Colleoni inginocchiato umilmente con S. Francesco dinanzi al Crocefisso, dipinto staccato dalla parete della vecchia sagrestia della Chiesa del Convento di S. Maria Incoronata di Martinengo; nella seconda sala vi sono affreschi che risalgono al XVsec e sono di grande interesse storico e decorativo più che di valore pittorico.
Tra tutte le opere esposte, davvero numeose e notevoli, subito mi ha colpito l’opera di Tommy Bonicelli, artista della classe ’77 diplomato nel 2003 all’Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo. La sua tecnica particolare incuriosisce da subito: osservando da vicino sembra che l’artista abbia dipinto con la cera, ma chiedendo spiegazioni si scopre che prima viene stampata su tela una fotografia precedentemente ritoccata per enfatizzare la prospettiva, poi questa viene ricoperta tramite la colla a caldo; con questa tecnicca l’autore riesce a dinamizzare le strutture inanimate e renderle plastiche, in modo che da ogni punto di vista si abbia una visuale differente.
Devo concludere quindi dicendo che per me la Nepios ha il doppio merito di occuparsi di beneficenza e di promuoverla attraverso iniziative così azzeccate, che permettono ai bergamaschi di scoprire piccole perle nascoste come questa.