Dal 4 giugno il professor Giuseppe Remuzzi ha assunto la presidenza operativa dell’International Society of Nephrology, carica che ricoprirà per i prossimi due anni. Il passaggio di consegne è avvenuto a Hong Kong in occasione del Congresso Mondiale di Nefrologia 2013. Remuzzi è il primo italiano a cui viene affidato questo incarico che lo vedrà a capo del comitato responsabile delle attività e dei programmi della società scientifica che opera a livello mondiale.
Fondata nel 1960, l’Isn collabora strettamente con più di 75 società scientifiche nazionali che si occupano di malattie renali in tutto il mondo e ad essa aderiscono oltre 10 mila nefrologi di 126 differenti nazionalità. «Il mio impegno attivo nell’Isn risale a oltre 20 fa – dice Giuseppe Remuzzi – Con altri nefrologi, condividevo l’idea che fosse assolutamente necessario ridurre le disparità con i Paesi in via di sviluppo per quanto riguarda ricerca, prevenzione, diagnosi e cura delle malattie nefrologiche. Abbiamo lavorato a un programma che permettesse di diffondere rapidamente anche nei Paesi meno sviluppati i risultati e i benefici della ricerca sia sperimentale che clinica. Oggi ci sono esperienze molto positive e risultati importanti che intendo potenziare ed estendere al maggior numero di realtà possibili».
Ma l’obiettivo che Remuzzi ha particolarmente a cuore e che è intenzionato a raggiungere durante la sua presidenza ISN è promuovere un programma per la salute delle mamme e dei bambini.
«Per migliorare la salute di una nazione bisogna partire dalle mamme – spiega Remuzzi – ad esempio si è visto che se durante la gravidanza l’alimentazione della mamma non è bilanciata e non ci sono abbastanza proteine nella dieta il bambino avrà problemi di sviluppo e nascerà sottopeso o immaturo. Queste condizioni favoriscono lo sviluppo di malattie renali croniche in età adulta. Prevenire questi problemi che si verificano soprattutto nei Paese poveri, permette di migliorare la salute globale delle nazioni e di risparmiare e impiegare meglio le risorse per la sanità».