DOMENICA III TEMPO ORDINARIO ANNO B
Dal Vangelo secondo Marco, 1,14-20.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Commento
Ci troviamo all’inizio della predicazione di Gesù, di cui viene indicato sinteticamente il contenuto: la buona novella del Regno di Dio e la necessità della conversione. Questa sintesi dell’evangelo mi suggerisce l’idea di proporre in queste domeniche un’esposizione più sistematica della vita di Gesù, che aiuti a cogliere l’importanza della sua figura attraverso una narrazione storica, basata sui primi scritti che ne danno testimonianza: i vangeli. I primi tre – Matteo, Marco e Luca – sono stati scritti 40-50 anni dopo la dipartita di Gesù [anno 30 dC.], basandosi su scritti precedenti in cui erano raccolti separatamente detti, insegnamenti ed azioni di Gesù, da cui essi hanno attinto. Sono espressione della fede della prima comunità, ma contengono indubbi elementi storici. Mirano a sottolineare la concretezza umana di Gesù, perchè questa assolve ad un ruolo fondamentale: la via attraverso la quale si rivela Dio. Questo è l’aspetto singolare e rivoluzionario del cristianesimo di cui non tutti i cristiani si mostrano consapevoli.
L’uomo non sa dire nulla di Dio, se non a partire da ciò che vede, dalle cose che esistono, ma la sua identità rimane avvolta nel mistero. Perviene a qualcosa di più concreto quando osserva se stesso. La Bibbia afferma che l’uomo è stato creato ad “immagine e somiglianza di Dio”. Egli diventa capace di rivelare in se stesso Dio, quando esprime il meglio di sè nell’atto di altruismo, che si dona al punto di giungere al sacrificio di se stesso, e nel rapporto di un’amicizia generosa e fedele al di là di qualsiasi avversità. Questa rivelazione avviene però in maniera parziale e discontinua. Troppo spesso Dio trova un ostacolo in ogni uomo, che non sempre si presta ad essere sua immagine. Ora i Vangeli presentano un’umanità che ha dato la massima disponibilità ad essere Perfetta Immagine di Dio, in cui Dio cioè ha potuto dire tutto di se stesso, mostrare appieno la sua Bontà e Misericordia. L’umanità assunta dal Figlio di Dio, è diventata un segmento perfetto di umanità, in cui Dio Padre dichiara di riconoscersi, perchè vi è perfettamente rispecchiato. La conseguenza è che l’umanità di Gesù diviene la via privilegiata della rivelazione di Dio: “Dio nessuno lo ha mai visto. Il Figlio che è nel seno del Padre lo ha rivelato” [Giovanni, 1,18]. Questo esige che noi mettiamo da parte le nostre idee e i preconcetti di Dio nell’accostarci al Vangelo, per fissare la nostra attenzione sull’umanità di Gesù, che normalmente trascuriamo.
Sarebbe interessante ricordare che la difficoltà più grande per la fede agli inizi della predicazione apostolica non è stata la fede nella divinità di Gesù, ma nella sua umanità. I dotti erano propensi ad ammettere l’apparizione di una divinità sotto sembianze umane, ma non erano per nulla persuasi che la divinità fosse unita ad una autentica natura umana. Ma una perfetta umanità, quella del Figlio, Verbo di Dio fatto uomo. Come dice l’evangelista Giovanni. gli apostoli hanno conosciuto il Verbo attraverso la sua umanità percepita attraverso i sensi: “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita […] noi lo annunciamo anche a voi”. [I Lettera Giovanni, 1, 1-3] Solo questa concretezza che si è lasciata vedere e toccare e la cui parola è stata ascoltata ha permesso di conoscere il Figlio e di instaurare con Lui una relazione di amore. Continua Giovanni:” Quello che abbiamo visto ed udito noi lo annunziamo anche a voi perchè … la nostra comunione è con il Padre ed con il Figlio suo Gesù Cristo”. La relazione con il Verbo fatto uomo e attraverso di Lui con il Padre è il Regno di Dio e sorgente di vita nuova.