In centro a Bergamo c’è un luogo dove incontrare gli insegnamenti del Buddha, antichi di 2600 anni. Non c’è nulla di esotico, non ci sono mantra, si legge e si canta in italiano, si medita in jeans e maglione (G.P.). Una “palestra”, gratuita, dove allenarsi all’arte della presenza mentale e dove riscoprire e consolidare anche le propria tradizione spirituale (anche cristiana).
Perché il paradiso è già qui, basta volerlo. Dove la “coltivazione” della mente e del corpo, con la meditazione formale e informale insegnata dal Buddha è stata attualizzata al mondo di oggi dalla Scuola di Plum Village fondata dal monaco zen, il riformatore buddhista vietnamita Thich Nhat Hanh, tra i più autorevoli leader del Buddhismo contemporaneo, già candidato al Nobel per la pace da Martin Luther King.
“Respira, sei vivo!” è l’invito rivolto ai praticanti per tornare al momento presente e per riscoprire la grande gioia di essere vivi e di interagire con il Creato. A Bergamo (in via Zambonate, 58, presso la coop La Formica, www.bergamosangha.org, blog “sangha Bergamo”) e a Peia, in val Gandino (presso un’abitazione privata) è attivo un Sangha (significa “comunità”) buddhista, gruppo di amici e amiche che cercano di ritrovarsi in armonia, tutti i giovedì, dalle 19 alle 21, (ingresso libero e gratuito) per praticare e addestrarsi all’arte della Consapevolezza, della Retta parola, dell’Ascolto compassionevole, della Parola amorevole.
Non è una religione, non una filosofia, né una psicologia, ma una pratica costante (certo non facile, ma che con il tempo dà i suoi frutti), rodata in 2600 anni di storia, a partire da Siddharta Gautama, il Buddha storico vissuto in India nel V sec. A.C. “Molti cercano il Buddha con l’aureola, ma potrebbe avere una T-shirt e non ve ne accorgete”. E’ una massima della tradizione di Plum Village. Significa che l’ispirazione al Risveglio arriva dalla vita di tutti i giorni. Non c’è bisogno di aspettare un’Aldilà per essere felici: se lo vogliamo, possiamo già attuarlo nel “qui ed ora”. Il vero miracolo è camminare su questa terra“. Matteo è praticante e fa anche parte dell’Ordine dell’Inter-Essere, istituito 40 anni fa da Thay (in vietnamita significa “maestro”). Due volte l’anno segue ritiri mensili nel centro laico di InterSein, in Germania.
“Inter-Essere, perchè una delle più grandi intuizioni dei nostri patriarchi è che tutto è interdipendente: io sono il bambino ucciso dalla mina antiuomo, ma sono anche il fabbricante della mina. Non ci sono colpe, morali, precetti rigidi, ma siamo invitati a guardarci dentro (noi siamo la conseguenza delle nostre azioni), a innaffiare i semi positivi, e a non alimentare rabbia, odio, rancore. Più che buddhisti, siamo invitati ad essere dei Buddha, magari part time, però almeno provare a imboccare la via verso una Vita risvegliata: le “Quattro nobili verità” e il “Nobile ottuplice sentiero” proposti dal Buddha storico (che non è una divinità, non abbiamo divinità), sono validissime anche per l’uomo contemporaneo”.
“Il Buddhismo non è una religione, ma una sistema di vita, un movimento spirituale ben radicato nel mondo di oggi, dove non sono chieste adesioni a dogmi, né atti di fede, né attaccamenti, nemmeno agli insegnamenti del “maestro” o anche del Buddha, dove non c’è un “giusto” o uno “sbagliato”, sensi di colpa o guru da adorare: libertà e responsabilità”, spiega Marco, praticante zen.
“Ho cominciato a leggere libri di Thich Nhat Hanh nel 1996 -racconta Remigio – . Da allora non ho più smesso; fanno parte del mio nutrimento quotidiano. Ho cominciato a meditare nel 1998. La mia vita è cambiata molto in questi anni attraverso la pratica”.
“Dopo un’esperienza in un’altra tradizione buddhista – racconta Rosaria – ho iniziato a frequentare il Sangha zen: dalla teoria si passa alla pratica. Sono stata a due ritiri di consapevolezza e a marzo 2010 ho partecipato all’incontro italiano di Nhat Hanh a Roma”.
Si inizia con la meditazione seduta, seguendo il ritmo del respiro, silenziosa oppure guidata dal maestro di campana, seguita dalla meditazione camminata. E una seconda parte dedicata alla lettura di insegnamenti, a pratiche quali i “Cinque Toccare la Terra” (una fortissima esperienza di riconoscenza verso i propri antenati, i maestri spirituali, i nostri amici, e di riconciliazione con chi ci ha fatto del male), la lettura dei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza, l’Invocazione ai bodhisattva (metafore di una mente adulta e risvegliata), la meditazione del the (un momento gioioso seguito da letture, poesie, canti), la meditazione dell’abbraccio, il rilassamento profondo, la meditazione camminata e seduta, il “Ricominciare da capo”, la “Meditazione di Amore” e altro ancora…
Giuseppe Purcaro