La famiglia nel senso tradizionale del termine non è in buona salute, lo sappiamo. Neppure a Bergamo, dove le sue condizioni peggiorano di anno in anno. La conferma arriva dall’indagine socio-demografica di Bruno Vedovati, realizzata per il progetto «Bergamo città della famiglia» del Comune.
Innanzitutto i nuclei sono sempre più piccoli: hanno una media di 2,08 membri contro i 3,4 di quarant’anni fa. Poi il loro numero continua ad aumentare: dalle 36.800 famiglie del 1968 si è passati agli attuali 58.052 nuclei. Il fenomeno ha una rapida spiegazione: si fanno meno figli, si vive di più, aumentano gli anziani soli. Altro che single… Poi ci sono i separati e i divorziati. L’analisi fa notare inoltre la presenza delle cosiddette «famiglie di carta», registrate all’anagrafe ma che non trovano riscontro nella realtà. Sono legate a benefici fiscali di vario tipo, in genere.
Ultimo ma non meno importante è il calo drastico dei matrimoni. La crisi economica e la rapida evoluzione dei costumi hanno potenziato il boom, in corso da oltre un decennio, delle «coppie di fatto».