E’ noto che le statistiche servano più a chi le fa che a chi le legge! E’ la storia del classico “mezzo pollo”, ovvero quella che se due persone mangiassero una un pollo ed un’altra fosse a digiuno non è da escludere che qualcuno possa obiettare che la disponibilità di polli fosse di mezzo pollo medio a testa o, peggio ancora , che il consumo di polli è risultato di mezzo pollo a testa.
Segue da questo tutta una serie di notizie e studi che giornalmente vengono sottoposte alla nostra attenzione e che, ovviamente, condizionano il nostro pensiero contribuendo a far crescere un certo sentito comune.
E’ il caso di una ricerca della SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno) che dopo una serie di calcoli e di analisi su base regionale ha sentenziato che: “Al Sud ci sono tanti evasori per piccoli importi. Al Nord c’è un’evasione più organizzata e per somme gigantesche. Nel Mezzogiorno l’evasione riguarda attività marginali artigianali e di servizio visibili e diffuse sul territorio, che non pagando i tributi riescono a stare sul mercato. Al Nord ad evadere sono contribuenti ed imprese con elevati livelli di reddito che consumano la loro evasione non alla luce del sole, ma nei loro uffici od in quelli dei loro commercialisti. Si possono figurare un’evasione per sopravvivenza al Sud ed una evasione per accumulazione al Nord”.
Da qui fanno seguito tutta una serie di dati che dimostrano come il Mezzogiorno sia, rispetto al PIL prodotto, più virtuoso del Centro-Nord in quanto la media del reddito dichiarato sul PIL sia nel primo caso il 51,2% mentre nel secondo il 49,5%. Inoltre la media del Reddito dichiarato sul Reddito lordo sia, sempre rispettivamente, l’82% contro l’80,7%.
E poi i dati di Regione per Regione, con una Lombardia assolutamente in linea con la media del Centro Nord.
Allora verrebbe da chiederci chi possa avere ragione. Difficile dirlo! Innanzitutto, a mio avviso, sebbene possa essere più facile l’esame obiettivo del fenomeno ed in linea di massima ed a sensazione essere concordi sulle sue ricadute qualitative e sociali, per concordare sui dati statistici sarebbe necessario partire da dati oggettivi più certi, valendo la regola che se le statistiche le facciamo prendendo a base dei dati incerti anche i rapporti non saranno significativi.
Comunque, confidando nella qualità delle indagini, possiamo solo dire che chi ci capisce è bravo… non ci resta che ragionare valutando con quanto vedono i nostri occhi e quanto pensa la nostra testa!