Vangelo: Gv 13,31-35
Dal Vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Commento
Le montagne di Trento e Bolzano sono disseminate di croci. Mi ricordo che diversi anni fa, mentre ero in gita nella zona di S. Candido con i miei ragazzi, mi imbattei in una di queste croci, che si faceva notare sia per il luogo panoramico in cui era stata posta sa per la cura di cui era circondata. Su di essa v’era un’iscrizione poetica in lingua tedesca, in cui si esprimeva il seguente concetto: i monti, i boschi, le acque e i fiori manifestano la gloria di Dio. Tuttavia questa gloria risalta nella maniera più perfetta e completa nella Croce di Cristo.
Il brano evangelico di questa domenica si richiama al tema della gloria di Dio.
L’aspetto che più colpisce è che Gesù dichiari di essere glorificato, quando Giuda è appena partito per recarsi dai sacerdoti e consegnarlo nelle loro mani. Ciò è tanto più sorprendente se si considera che Gesù è perfettamente a conoscenza delle intenzioni del suo discepolo. Eppure Gesù dichiara apertamente che questo costituisce la vera gloria per Lui e per il Padre che lo ha mandato.
Occorre chiarire bene ciò perchè qui siamo al centro del messaggio evangelico.
Gesù dichiara che la piena accettazione del tradimento di Giuda con tutto quel che segue – passione e crocifissione – non è da ritenersi un fallimento, ma il compimento del piano di Dio. Ora, realizzandolo, egli dà gloria a Dio Padre. Infatti lo scopo della sua venuta sulla terra era quello di mostrare in tutta la sua pienezza l’amore tenerissimo che il Padre nutre verso gli uomini suoi figli. Il Padre viene glorificato nel momento in cui il suo volto di amore traspare attraverso l’umanità di Gesù e il suo donarsi fino alla fine. Gesù non poteva mostrarci l’amore del Padre più perfettamente.
Nel diventare pura e perfetta trasparenza dell’amore del Padre, l’umanità di Gesù viene glorificata, perchè questo e solo questo è il fine di ogni vita umana: diventare immagine sempre più perfetta dell’amore di Dio Padre. Se Gesù ha assolto in modo perfetto tale compito, ad esso siamo chiamati anche noi. Nel Vangelo infatti ci esorta ad essere imitatori della perfezione e della misericordia di Dio Padre: «Siate dunque perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste» (Matteo, 5,48); «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro» (Luca, 6,36).
L’imitazione della bontà del Padre ci permette di capire l’esortazione di Gesù ad amare come Lui ha amato. Se Egli ha mostrato nei nostri confronti tutta la tenerezza del Padre, anche noi imitando Lui possiamo pervenire al medesimo traguardo, o almeno di avvicinarci.
Da notare che Gesù pone se stesso come esempio, perchè, essendosi fatto uomo, è conoscibile e alla nostra portata. Egli, come uomo, ha reso visibile la bontà del Padre e ce l’ha reso accessibile. Diversamente non sapremmo cosa fare, perchè nessuno di noi conosce Dio e la sua bontà. Anzi potrebbe avere sul suo conto idee false, come prova la molteplicità di rappresentazioni che gli uomini si fanno su Dio. Solo Figlio lo conosce e ce lo ha reso accessibile. L’imitazione di Gesù ci aiuta a diventare anche noi trasparenza di Dio e immagine della sua bontà.
Così anche noi con il nostro comportamento possiamo parlare di Dio Padre meglio di un bellissimo fiore.