«Occorre trovare una soluzione al problema delle esenzioni sbagliate dei ticket sanitari: centinaia di persone sono ancora raggiunte dalla richiesta di pagamento di sanzioni, spesso eccessive per le loro tasche». Mina Busi, presidente di Adiconsum, ha deciso di coinvolgere la sfera dei parlamentari bergamaschi, perché a livello nazionale si prendano posizioni chiare relative alla dilazione delle quote richieste o altre soluzioni che possano agevolare il ripristino di una situazione corretta. Stiamo parlando di una “vertenza” che interessa quasi duemila bergamaschi, che si ritenevano esenti dal ticket, ma che per errori dovuti alla complicata norma di esenzione, si sono trovati a dover rimborsare quanto non versato. L’Ats provinciale sta procedendo a controlli e la Regione Lombardia chiede il rimborso di quanto non pagato per non incorrere nell’accusa di danno erariale, mentre i sindacati accusano la legge lombarda, diversa da quella nazionale e difficile da capire anche per gli stessi medici che devono prescrivere i medicinali. «Sono in prevalenza pensionati e disoccupati, che avevano ottenuto la prestazione gratuita dichiarando l’esenzione per basso reddito spesso in realtà senza averne diritto, e che ora si trovano alle prese con sanzioni che raddoppiano i ticket e chiaramente penalizzanti dal punto di vista economico se riferite a persone in difficoltà. La normativa è talmente complessa e di difficile comprensione che si può ragionevolmente sostenere che le autocertificazioni rilasciate siano state fatte sicuramente in buona fede e spesso indotte da informazioni errate di vari uffici preposti».