Come non notarle? Bionde, altissime, abiti griffati, curve adeguatamente valorizzate.
Il venerdì allo scalo di Orio arrivano donne bellissime, dall’est (Budapest, Varsavia, Praga, Timosoara, Riga), con un’età che va da 19 a 25 anni. Il dubbio che siano escort d’alto bordo viene immediatamente. La certezza, invece, arriva dalle perquisizioni della Guardia di Finanza del lunedì mattina, quando il fine settimana di sesso ben pagato è giunto al suo termine.
«Niente da dichiarare», chiedono le Fiamme Gialle? Spesso negano, altre dichiarano la cifra. Dalle perquisizioni emergono pacchi di banconote da grosso taglio infilate nei reggiseni, negli assorbenti, nei doppi fondi dei trolley. In totale di solito fanno poco meno di diecimila euro, tanto quanto la legge italiana permette di portare all’estero senza penali. Ma si arriva addirittura a toccare quota 30 mila euro. Hanno lavorato in locali a Milano, Brescia o nella vicina Svizzera, guadagnando cifre da capogiro. Il contatto? Avviene via web, ovvio.
Alcune non negano il loro status. Anzi, mostrano con naturalezza il tesserino sanitario rilasciato dalla Confederazione Elvetica, dove la prostituzione è legale e regolamentata. Ci si pagano anche le tasse.
Ma se nel passaggio da Orio superano la quota massima di denaro trasportabile? Versano la percentuale richiesta, dal 5 al 15% (sopra i 20 mila). Senza fare una piega.