L’epicentro della diffusione del Coronavirus resta Bergamo, anche quando la pandemia colpisce molto lontano dall’Italia. È morto infatti il bergamasco 60enne, positivo al coronavirus, ricoverato in terapia intensiva nell’ospedale dell’Istituto di Medicina Tropicale Pedro Kuri a L’Avana. Era ricoverato lì dal 10 marzo, come precisa il quotidiano di partito Granma. Lascia la moglie Giuliana e i figli Simone e Sara.
Chi era. Gian Paolo Albergati, di Bottanuco, storico collaboratore della Virtus Ciserano Bergamo, era un appassionato uomo di calcio, ex dirigente anche di Brembatese e Bottanuco. Era partito insieme alla moglie Giuliana Diani di 55 anni e ai cognati Mariangela Diani di 60 anni e Angelo Teoldi di 63 anni per un tour con guida privata lo scorso 7 marzo, prima del blocco totale. Dopo due giorni e qualche colpo di tosse, come racconta il figlio a L’Eco di Bergamo, nella hall di un hotel sono stati prelevati dalle autorità locali, sottoposti all’esame del sangue e poi dimessi: quindi, raggiunti in spiaggia, sono stati sottoposti a tampone. Tutti positivi tranne il cognato, ma l’unico ad avere sintomi è stato Paolo. La situazione è precipitata domenica sera, con il ricovero in terapia intensiva. Mercoledì la morte, in isolamento: un dolore insopportabile per i familiari. A Cuba è rimasta la moglie Giuliana, in quarantena ancora per cinque giorni insieme alla sorella Mariangela e al marito Angelo. Quadro nell’azienda chimica Prince di Cavenago, Albergati era a due anni dalla pensione.
Ma Cuba non si ferma. La circolazione del turismo – puro ossigeno per le casse asfittiche del paese, anche perché il visto si deve rinnovare ogni mese con 25 dollari – prosegue a costo di dover disinfettare la statua di Hemingway, pur con qualche logico calo percentuale. Per quanto riguarda gli altri italiani colpiti da coronavirus, non è confermata e neppure riportata la notizia di un loro rimpatrio, mentre se ne sottolinea il decorso ospedaliero “soddisfacente”.