I QUARESIMA ANNO B
Dal Vangelo secondo Marco, 1,12-15.
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Commento
L’evangelista Marco, a differenza di Matteo e Luca, accenna sommariamente alle tentazioni di Gesù, senza entrare nei particolar, ma le parole risultano molto allusive e cariche di significato. Gesù è reduce del battesimo, su di Lui si è posato lo Spirito Santo che lo ha tutto compenetrato ed il Padre lo ha proclamato come il Figlio prediletto e da ascoltare. Ora Gesù viene letteralmente cacciato – così il verbo greco, sospinto è attenuato, dallo Spirito Santo nel deserto. Il motivo di questa violenza dipende dai molteplici significati che assume la parola “deserto” nella Bibbia.
Esso è stato il tempo della prova per il popolo di Israele durante il faticoso cammino dal Sinai alla Palestina, la Terra Promessa. Nella rilettura fatta dai cristiani, questo tempo della prova ha indica anche la vita umana, cioè il tempo della prova e del cammino verso la casa del Padre, la Patria definitiva dove questo cammino si conclude. Nel viaggio lungo il deserto del Sinai non sono mancati per gli Israeliti i pericoli e le difficoltà, purtroppo essi troppe volte essi sono mancati di fiducia nel Dio dell’Alleanza, che li aveva liberati dall’Egitto. Hanno mormorato, si sono sistematicamente lamentati. Addirittura hanno rigettato il culto del vero Dio per farsi un idolo d’oro, dalle sembianze di un vitello (divinità della fecondità), davanti al quale si sono prostrati, optando per un culto più comodo e immorale, che comprendeva anche danze licenziose in suo onore, i famosi baccanali. Mosè si adirò al punto da rompere le tavole della Legge.
Il tempo del deserto è stato descritto dai profeti come quello del fidanzamento, culminato nella stipulazione tramite Mosè dell’Alleanza tra Dio, sposo fedele, e il suo popolo, troppo volubile ed attirato da altre divinità. Questa infedeltà all’amore del Dio sposo ha prolungato il soggiorno di 40 anni nel deserto, fino a quando tutti i protagonisti dell’Esodo sono morti. Così nella Terra Promessa sono entrati solo i loro figli e nipoti.
Al comportamento del popolo di Israele si oppone quello di Gesù. Egli resiste alle lusinghe di Satana, che induce l’uomo alla diffidenza e sfiducia nei riguardi di Dio. Egli trascorre il tempo nella fedeltà, supera le tentazioni descritte da Matteo e Luca, incrementa la sua preghiera al Padre richiamandosi alla Parola dei profeti, ispirati dal suo Spirito. La richiamo sommariamente: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio; non tentare il Signore Tuo Dio; Adorerai Lui solo e a Lui solo servirai”. In questo atteggiamento Gesù dimostra la sua figliolanza divina proclamata su di Lui dal Padre, al momento del battesimo.
Conseguenza di questa fedeltà è la presenza di angeli e belve; i primi sono a servizio dell’uomo, mentre le seconde tengono un atteggiamento mansueto: segni dell’armonia originaria del creato, venuta meno coll’irruzione del peccato. Cristo ricrea la situazione del Paradiso terrestre prima del peccato, si presenta come il nuovo Adamo, che sostituisce quello antico. L’armonia esterna è il riflesso dell’armonia interna, dell’uomo che possiede le virtù degli angeli e che sottomette le passioni violente e disordinate, che in quel tempo venivano assimilate alle belve feroci. Queste immagini ci presentano Gesù come il vincitore del male; perciò può iniziare la sua missione di annunciatore del Regno di Dio. Dopo questo soggiorno vittorioso nel deserto egli porta la realtà del Regno in sè; possiede la pienezza dello Spirito Santo, che gli consente di cacciare il demonio. Non è un caso che il primo miracolo riportato da Marco sia la guarigione di un indemoniato. La vittoria di Gesù dal male può diventare la nostra se ricorriamo a Lui, soprattutto in questo tempo quaresimale con le pratiche consigliate del digiuno, cioè della sobrietà, dell’elemosina con la ricerca della solidarietà e della preghiera a partire dall’ascolto della Parola di Dio.