Franciacorta è ormai diventato sinonimo di un grande vino spumantizzato con il Metodo classico. Diverse cantine di Franciacorta puntano esclusivamente sul vino spumantizzato, anche perché si va diffondendo la convinzione che il territorio tra Brescia e il lago d’Iseo, vocato per le bollicine, non lo sia altrettanto per i vini rossi.
La convinzione non vale per tutti. Tra le eccezioni (a conferma che si possano fare anche in Franciacorta vini rossi di pregio) ecco l’azienda Ca’ del Bosco, che nei vini rossi ha sempre creduto. A confermare l’alta qualità anche in questo settore, ecco arrivare in questi giorni nei migliori ristoranti ed enoteche il Merlot 2009, da uve Merlot 100%, denominazione Sebino Rosso Merlot Igt 2009. Imbottigliato nel novembre 2010, il vino si è affinato in bottiglia per 5 anni e 5 mesi.
Il Merlot 2009 è frutto di un’accurata selezione delle uve e di una sapiente vinificazione condotta nel pieno rispetto del Metodo Ca’ del Bosco. Le uve provenienti da 3 vigne “elette”, raccolte a mano in piccole cassette, vengono subito classificate e raffreddate. Ogni grappolo viene selezionato da occhi e mani esperte, per poi beneficiare di esclusive “terme degli acini”, un particolare sistema di lavaggio e idromassaggio dei grappoli, tramite tre vasche di ammollo e un impianto di asciugatura. A seguire, ogni grappolo viene trasportato sopra il tino di macerazione. Con la diraspatura gli acini cadono nel tino, dall’alto, per gravità. Si eliminano così i tradizionali sistemi di pompaggio, che sono causa della rottura delle bucce e delle indesiderate note erbacee. La fermentazione alcolica e la macerazione sono state condotte per 21 giorni, gestendo accuratamente la temperatura e le follature. I rimontaggi sono stati effettuati giornalmente, utilizzando una coppia di serbatoi elevatori nei quali il vino, spillato dal fondo del tino, viene trasferito per gravità. Il vino, portato in quota dai serbatoi volanti, viene riversato nel tino, ad alta portata, per sommergere il “cappello”. Nulla di più naturale ed efficace per estrarre delicatamente il colore e i tannini. Dopo la svinatura il vino, ancora caldo, viene travasato in piccole botticelle di rovere, nuove per il 65%, ottenute da legni selezionati, stagionati per almeno 3 anni. L’affinamento è durato complessivamente 11 mesi e dopo pochi mesi il vino è stato imbottigliato per gravità, in modo naturale. Grazie ad innovativi sistemi di riempimento, il vino non subisce shock ossidativi, sbattimenti e ulteriori aggiunte di solfiti. La sua integrità e la sua salubrità sono garantite. Infine ogni bottiglia confezionata viene marcata in modo univoco, per garantirne la tracciabilità.
Il clima soleggiato dell’estate e della prima decade di settembre 2009 ha favorito una forte concentrazione degli antociani e degli aromi, una condizione necessaria, insieme all’equilibrio tra alcol e acidità, per considerare grande un millesimo. Un frutto gustoso e delicato che rimarrà a lungo in questo vino. Grazie alla lunga macerazione e a un affinamento di oltre un anno in barrique, il Merlot 2009 regala profumi intensi di frutta rossa matura e fragranza di spezie. Complessità e finezza che si intrecciano. Una struttura setosa caratterizzata da tannini finissimi e abbondanti, che lo rendono nell’insieme corposo e di grande ricchezza.
«Puntiamo alla perfezione come ricerca – afferma il patron di Cà del Bosco, Maurizio Zanella – Ci sono uve che si preannunciano bellissime, come una promessa di felicità. Succede quando la natura, il terroir, il sole, si allineano in un’annata speciale e forse irripetibile. E allora non si può che accettare la sfida della perfezione. Nasce il desiderio di non perdere l’eccezionalità di quella magica coincidenza e ricercare il meglio. C’è la tensione a mantenere quella promessa, creando dalle uve merlot il vino più equilibrato, elegante, espressivo e longevo: il Merlot. La prima annata è stata la 1990. Poi si è dovuto attendere il 2001 e in seguito il 2003 per avere vendemmie che ci permettessero di vinificare le uve di Merlot in purezza. Il prodigio si è poi ripetuto con questo millesimo, il 2009».
Roberto Vitali