I cortei di questa mattina, organizzati dalla Cgil, dagli studenti e dagli operai Fiom, radunatisi alle 9.00 sono poi confluiti in piazza Pontida in tarda mattinata per ascoltare le parole del segretario Cgil di Bergamo. Tutto ciò con gli immancabili incidenti di percorso: in via Camozzi davanti alla sede di Confindustria sono state lanciate addirittura due bombe carta; le agitazioni sono rientrate velocemente, niente a che vedere con la situazione di Milano o Roma o altre città in cui si sono verificati ben più gravi incidenti.
Ora però mi chiedo: è ancora utile il corteo come strumento per far sentire la propria voce?
Come studente ho partecipato ad una di queste manifestazioni, per esserne delusa: gli studenti che vi partecipano nel 80 % dei casi sono totalmente disinformati sul perché della mobilitazione, ci sono sempre (e di nuovo mi chiedo: è imprevedibile?) i violenti che prendono il corteo come scusa per distruggere la città in nome di qualche ideologia, ma soprattutto questa forma di protesta non porta quasi mai a nulla. Vengono spese molte parole sul numero di persone che vi hanno partecipato, come se la quantità facesse la qualità: di questo tutti se ne avvedono e proprio per ciò queste mobilitazioni di folle non vengono nemmeno considerate; dopo che sono stati contati i danni l’associazione che ha proclamato il corteo si dissocia dagli episodi (che ormai sappiamo non prevedibili) di violenza e di vandalismo.
So che il mio punto di vista di 20enne potrebbe essere semplicistico, ma non esistono altre forme per alzare la voce? Anziché portare gli studenti in corteo, utilizzandoli come numero, non si potrebbe dedicare una giornata ad un ciclo di conferenze per far conoscere loro i problemi degli adulti, con cui loro stessi dovranno fare i conti tra qualche anno?
Spero non servano altri episodi di devastazione, di mancanza di rispetto per le cose e le persone, per trovare nuove soluzioni che servano a migliorare la collettività e che soprattutto abbiano poi successo.