Lo scorso anno, la perdita di terreni agricoli in Bergamasca si è attestata su una cifra di poco inferiore ai 150 ettari, vale a dire su valori minori rispetto agli anni precedenti la pandemia. In ogni caso Confai, l’associazione che riunisce imprese agro-meccaniche e agricole, ha fatto notare che una leggera inflessione della curva del consumo di suolo provinciale non può essere letta come una buona notizia, in quanto rappresenta semplicemente una conseguenza fisiologica del generale rallentamento dell’economia negli ultimi due anni.
Visto in un’ottica temporale più lunga, il fenomeno appare in tutta la sua drammaticità: in provincia di Bergamo si sono infatti persi poco meno di quattromila ettari nell’ultimo decennio, a causa della realizzazione di infrastrutture viarie, insediamenti industriali e terziari e opere di urbanizzazione.