Quando lo presentarono a Fabrizio Corona questo lo guardò e poi se ne uscì con una frase che sembrava un azzardo. «Ti do tempo due mesi, e diventerai il più bravo paparazzo in circolazione». Oggi quelle parole suonano come una profezia pienamente realizzata.
Andrea Franco Alajmo, 21 anni, bergamasco (abita a Treviglio), con lo scoop dell’amore segreto scoppiato tra Barbara Berlusconi e Pato ha superato il maestro diventando il re dei paparazzi. Quegli scatti ripresi dai giornali di tutto il mondo sono infatti la perla della sua carriera che, sebbene agli inizi, è già lunga e ricca di successi. Una carriera in cui lui ha sempre creduto. «Ho sempre pensato che questo fosse il lavoro giusto per me perché mi diverto un mondo». E soprattutto perché ce l’ha nel sangue: «Mio nonno materno, Franco Alajmo – ha spiegato – è stato uno dei primi paparazzi in Italia. Mia nonna e mia mamma mi raccontavano sempre di lui, e io ho così ereditato la sua passione».
Una scelta ora appoggiata anche dai genitori. «I miei all’inizio erano un po’ scettici, ma poi si sono convinti perché vedono che quello che faccio mi piace». Una carriera che ha vissuto il momento fondamentale nell’incontro con Corona. «Ho conosciuto Fabrizio per caso mentre lavoravamo entrambi per la stessa persona. Ho potuto vederlo all’opera e mi è piaciuto come lavorava. Allora gli ho chiesto se potevo fare anche io il paparazzo. E lui mi ha risposto: certo, perché no. Da lì sono entrato nella sua agenzia, e lui mi ha insegnato tutto. Mi ha introdotto nel mondo dello show business, mi ha fatto conoscere un sacco di persone, mi ha spiegato le sue tecniche. A fare le foto ho imparato in mezzo alla strada».
In seguito alle vicende del famoso paparazzo, Andrea ha poi preso il volo da solo: «Quando Fabrizio ha chiuso la sua agenzia, ho lavorato vendendo direttamente ai giornali. Ora invece mi sto avvalendo della collaborazione di un’altra agenzia. Da Corona mi sono un po’ staccato, ma ancora ci sentiamo». E l’affetto per il proprio «maestro» non cambia nel corso degli anni: «Io vorrò sempre bene a Fabrizio, e non finirò mai di ringraziarlo. E’ una testa calda, e spesso agisce sopra le righe, ma se oggi sono quello che sono è solo grazie a lui. Mi ha aiutato tantissimo».
Così Andrea passa le notti a caccia di scoop e con il suo obiettivo da la caccia ai personaggi più in vista del momento. Un lavoro che definisce con una sola parola: adrenalinico. «Aspetti per ore, poi in un secondo succede tutto, e tu devi essere pronto». Fare il paparazzo però non sono solo notti insonni: «Spesso seguo qualcuno fino in vacanza, e finisce che lavoro mentre faccio vacanza anche io. Inoltre decido completamente in autonomia gli orari di attività. Se un giorno mi sveglio che non ho voglia di lavorare, non faccio niente». Ma non sono tutte rose e fiori: «Quando lavori sei tutto il giorno fuori, anche per settimane. Spesso si vive in macchina per seguire qualcuno. Per avere delle fotografie buone ci possono volere anche mesi di appostamenti». Per non parlare della concorrenza degli altri fotografi, o delle reazioni spesso brusche di chi viene fotografato. «Lavoro in un mondo di squali. Se un fotoreporter vede la mia macchina fuori da un ristorante, è capace di fermarsi e appostarsi, anche se non ha la minima idea del perché io sia lì. E se magari parlo con qualcuno di un servizio che ho fatto non ancora pubblicato, questo tenta di fregarmi l’esclusiva. È difficile avere un rapporto leale con altri fotografi, ma alcuni amici me li sono fatti. Ancora peggio è quando sono i personaggi dello spettacolo a reagire male, alcuni non ci vanno giù leggeri». E infatti al giovane è capitato di essere malmenato in alcune occasioni: «La prima volta mi è capitato con Raz Degan. Poi è stato il turno di un calciatore famosissimo. Ma in generale succede abbastanza spesso a dire il vero». Ma la cosa peggiore non è questa secondo Andrea: «Seguire uno scoop per mesi e poi vederlo svanire da sotto le mani è veramente il peggio che possa capitare».
Di certo non gli è sfuggito lo scoop dell’anno, quello su Alexandre Pato e Barbara Berlusconi. E il giovane fotoreporter ha già chiaro in mente il prossimo obiettivo: «Mi piacerebbe fotografare Eros Ramazzotti con in braccio la figlia che deve nascere a luglio, forse proprio a Bergamo».