Dalla dichiarazione dei redditi pre compilata alla fatturazione elettronica tra privati: sono numerose le sfide che l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili si troverà ad affrontare nel 2018. Uno scenario che, oltre a diversi rischi, offre numerose opportunità per la categoria, chiamata a ridefinire e rafforzare ulteriormente il proprio ruolo.
Temi che sono stati affrontati nel corso dell’Assemblea Generale tenutasi questa mattina a Bergamo. Appuntamento durante il quale si è ricordato come l’evoluzione legislativa in atto rischi di incidere moltissimo sulla professione, in particolare sugli studi di piccola e media dimensione maggiormente dediti alla gestione degli adempimenti fiscali dei contribuenti in contabilità semplificata. La nuova disponibilità dell’Agenzia delle Entrate, infatti, comporterà l’eliminazione di taluni adempimenti, come ad esempio lo “spesometro”, e la semplificazione di altri (si pensi alla possibilità per il Fisco di rendere disponibili i dati delle liquidazioni periodiche IVA e la dichiarazione annuale IVA precompilata) e il CNDCEC, già nel programma di mandato, sta lavorando per il riconoscimento di un ruolo del Commercialista nel processo di fatturazione elettronica, quale “certificatore” della corrispondenza tra i dati contenuti nel flusso telematico trasmesso all’Agenzia delle Entrate e i dati confluiti nelle dichiarazioni annuali presentate dal contribuente.
Con l’approvazione del Progetto per la costituzione delle Scuole di Alta Formazione (SAF), avvenuta nel marzo del 2015, infatti, il CNDCEC ha deciso di puntare sulle specializzazioni al fine di consentire ai propri iscritti di rispondere, con la competenza richiesta, alle esigenze sempre più specifiche di un mercato da anni in costante evoluzione.
Inoltre, il Governo ha riformulato l’emendamento al decreto fiscale riguardante l’introduzione, nell’ambito dell’ordinamento professionale degli avvocati di cui alla legge n. 147/2012, dell’art. 13-bis recante la disciplina dell’equo compenso per le prestazioni professionali, prevedendone l’estensione anche ad altre categorie professionali. Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, da sempre in prima linea nella battaglia per l’introduzione dell’equo compenso, non può che rallegrarsi di questa opportuna estensione, che costituisce un corollario della norma sul divieto di abuso di dipendenza economica previsto nel Jobs act degli autonomi e rafforza le tutele a garanzia dei colleghi, soprattutto di quelli contrattualmente più deboli.
«Mai come oggi – ha dichiarato la presidente dell’Ordine, Simona Bonomelli – vi è la necessità di semplificare e tagliare le inefficienze. E di puntare ancora di più sull’alta specializzazione. Se è vero infatti che la figura del commercialista è più che mai centrale sia nel sistema impresa che nell’ambito della pubblica amministrazione, è altrettanto vero che tale centralità ad oggi non è adeguatamente riconosciuta dal legislatore attraverso l’attribuzione di riserve o esclusive. Sono fermamente convinta, del resto, che la professione debba continuare ad evolversi verso un ruolo di garanzia nell’ambito delle dinamiche economiche e che il nostro Ordine debba rappresentare per ciascuno un valore aggiunto nella quotidianità e nello svolgimento della professione. Ogni professionista dovrà rappresentare un patrimonio positivo per il sistema italiano, non solo per le proprie competenze, ma anche da un punto di vista sociale».
Continuano a crescere intanto gli iscritti all’ordine: erano 1709 nel 2016, ora sono 1716.