Nelle bozze del maxiemendamento della Legge di stabilità è comparsa nei giorni scorsi una proposta di modifica normativa che prevede la riduzione dei membri del collegio sindacale delle SRL e SPA, con meno di 10 milioni di capitale sociale, dai tre attuali a uno solo. Si tratterebbe quindi di un massiccio depotenziamento dell’organo storicamente deputato a sorvegliare la legalità dell’amministrazione della stragrande maggioranze delle società di capitale presenti in Italia.
Istantanea la reazione dell’Ordine dei Commercialisti e degli esperti Contabili di Bergamo, che, nelle vesti del suo presidente, Alberto Carrara, ha inviato a tutti i parlamentari una lettera, chiedendo il loro intervento per eliminare quello che viene definito “un atteggiamento incomprensibile e schizofrenico da parte del legislatore, che da un lato impone ai professionisti una funzione di supplenza della pubblica amministrazione nei controlli sui rimborsi dei crediti fiscali, nell’incasso delle imposte, nell’invio delle dichiarazioni fiscali, e dall’altro limita la possibilità di intervento di professionisti indipendenti, quali sono i Commercialisti, con funzioni poste a tutela dell’interesse collettivo”.
Una preoccupazione quella espressa da Carrara alimentata da una recente statistica, per cui il tasso di fallimento delle società con collegio sindacale è pari a un terzo di quelle che ne sono prive, e dal fatto che la drastica riduzione del numero dei componenti del collegio sindacale non si accompagni a una precisa presa di posizione sul fronte dei doveri e delle responsabilità che gravano sui liberi professionisti chiamati a svolgere questa funzione.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento delle funzioni del collegio sindacale e anche nel progetto ora in trattazione si pensa di allargare ulteriormente le competenze, attribuendo a questi organi anche le funzioni attualmente svolte dall’organismo di vigilanza introdotto dieci anni fa. Non vedo come, in questo contesto dove le attività di controllo vengono aumentate e rese sempre più complesse, si possa pensare di realizzare una riduzione dei costi per il loro svolgimento riducendo banalmente il numero dei componenti – ha spiegato Carrara – Al contrario questa proposta impoverisce il controllo tecnico e indipendente sulla legalità delle imprese, che può essere seriamente esercitata solo da un organismo collegiale fatto da professionisti che non possono vedersi triplicare i carichi di lavoro ad un terzo del costo”.
Anche l’ipotesi di introdurre il cambiamento solo nelle imprese con un capitale sociale inferiore al milione di euro non può incontrare l’approvazione dell’Ordine, perché potrebbe amplificare il rischio che le aziende, anche di grosse dimensioni in termini di fatturato e di personale impiegato, scelgano di ridurre il capitale sociale, unica garanzia verso i terzi per le obbligazioni sociali, al fine di eliminare un organo di controllo. La norma andrebbe così ad incentivare il grave problema della sottocapitalizzazione delle imprese, oltre a minare la tenuta di molti studi di commercialisti, già provati dalla crisi. Senza contare il problema delle società professionali, modulate sulla logica delle società di capitale, permettendo la presenza di soci di capitale anche di maggioranza e anche nell’organo amministrativo.
“E’ svilente vedere che con un semplice tratto di penna possano venire mortificate le professionalità di una categoria che da sempre è con lealtà al fianco dello Stato, dei contribuenti e delle imprese – conclude Carrara -. I più colpiti da questa norma saranno ancora i giovani professionisti che stanno investendo tempo e denaro per arrivare ad avere una formazione adeguata, in un contesto politico ed economico dove però la loro professionalità viene svilita dallo stesso legislatore, che propone disposizioni lontane dai veri obiettivo della Legge di Stabilità e dalle richieste dell’Europa, in un momento in cui il controllo di legalità dovrebbe essere assicurato al massimo livello”.