Presentati i primi risultati dello studio sperimentale condotto in Ats Bergamo che permette di identificare lesioni sospette con un’App, effettuando l’auto-esame della pelle in maniera sicura, veloce ed efficace. Uno strumento di valore perché sfrutta le competenze ma sviluppa anche la consapevolezza, la responsabilizzazione verso la propria salute, ha sottolineato Mara Azzi, direttore generale di Ats Bergamo.
Un’APP per diagnosticare precocemente i tumori della cute. Ats Bergamo ha presentato oggi la sperimentazione condotta tra i suoi dipendenti di «Clicca il Neo», il progetto di tele-dermatologia per la diagnosi precoce dei tumori cutanei sviluppato e coordinato da Centro Studi Gised e sostenuto da LILT grazie a Fondazione Credito Bergamasco.
Un progetto che al suo esordio ha coinvolto i dipendenti di Ats Bergamo. Dal 10 ottobre 2016 al 3 febbraio 2017 attraverso 424 visite, sono state individuate 25 lesione sospette da trattare con piccoli interventi ambulatoriali. I dipendenti di Ats Bergamo sono stati successivamente ripartiti in due gruppi: 211 soggetti a cui è stato chiesto di usare l’App e 213 persone che invece hanno fatto ricorso allo screening tradizionale. Obiettivo: dimostrare l’equivalenza tra il monitoraggio attraverso l’App «Clicca il Neo» e il controllo tradizionale, evidenziando, in particolare, il vantaggio nell’utilizzo dell’App, più veloce e immediata, poiché non comporta la necessità di prendere appuntamenti né di affrontare spostamenti.
Con l’App «Clicca il Neo», infatti, è possibile realizzare l’auto esame della pelle semplicemente scaricando l’applicazione sul proprio smartphone, scattando una foto di macchie o lesioni sospette e inviando l’immagine direttamente all’esperto che nel più breve tempo possibile invierà la risposta. Lo studio che coinvolge l’ATS, nella sua fase di sperimentazione, avrà una durata prevista di 3 anni. Per realizzarlo al meglio, presso l’ATS di Bergamo sono stati costituiti degli ambulatori dedicati con personale infermieristico ad hoc.
« Il valore della prevenzione – spiega la dott.ssa Mara Azzi direttore generale di Ats Bergamo – è la differenza tra quello che si spenderebbe in caso di diagnosi tardiva, al netto della sofferenza che provoca al paziente che è il vero valore della prevenzione. La diagnosi precoce, nell’ipotesi migliore che non ci siano melanomi, quando la lesione è sospetta viene asportata con intervento poco invasivo in day hospital e esame istologica, costa da 1.000 a 1500 euro. Al contrario, in caso di diagnosi tardiva, quando il melanoma è già in stato avanzato, si parla di costi per le cure chemioterapiche e assistenza di costi che arrivano a 200 mila euro all’anno. Tra tutte le malattie cutanee, il melanoma rappresenta una delle cause principali di mortalità, con un’incidenza crescente di anno in anno, ma gli interventi di educazione e screening possono costituire un mezzo fondamentale di prevenzione e diagnosi precoce. Per questo credo molto in “Clicca il Neo”, progetto che con la sperimentazione condotta in Ats ha dimostrato come le nuove tecnologie degli smartphone possano essere impiegate per documentare le problematiche cutanee e, in particolare, l’insorgenza o sviluppo di neoformazioni sospette. Tutto questo, unito alle potenzialità della rete, permette una rapida valutazione da parte dello specialista riducendo le liste d’attesa e indirizzando i pazienti più a rischio alla visita specialistica» – ha aggiunto la dott.ssa Mara Azzi.
Duplice il valore del progetto che mira a favorire la diagnosi precoce, a valutare quali interventi educativi possono essere definiti al fine di orientare adeguatamente l’identificazione di lesioni a più alto rischio tra le varie presenti sulla pelle. Inoltre, si potranno analizzare quali siano i fattori demografici e culturali che inducono un soggetto a usufruire del servizio.
«Dai dati preliminari, raccolti attraverso i servizi già disponibili, in fase pilota, sui siti www.cliccailneo.it e www.centrostudigised.it, si è stimata una prevalenza di lesioni meritevoli di ulteriore valutazione con esame diretto intorno al 10% nel campione di soggetti che si affidano alla teledermatologia. La classificazione, online e specialistica, si basa su tre possibili risultati: lesione non a rischio, sospetta o altamente sospetta. Per tutte le lesioni classificate come sospette o altamente sospette viene consigliata una visita di conferma specialistica e l’eventuale asportazione chirurgica. – ha chiarito dott. Luigi Naldi, coordinatore del progetto “Clicca il Neo”, aggiungendo – Sono convinto che questo progetto, nato dalla volontà di semplificare il meccanismo della prevenzione, potrà dimostrare di essere efficace e spero possa coinvolgere una platea di soggetti sempre più vasta e sempre più determinata a prendersi cura della propria salute».
Accanto allo studio che coinvolge i dipendenti della ATS, il programma Clicca il Neo prevede, nell’arco di un anno a partire da marzo 2017, l’attivazione di un intervento educativo sul riconoscimento di lesioni pigmentarie sospette rivolto a tutti i cittadini residenti nella provincia di Bergamo con la divulgazione di materiali pubblicitari in luoghi pubblici come autobus e farmacie, incentivando lo screening mediante l’App. In pratica, sarà data la possibilità al pubblico di inviare immagini di lesioni sospette tramite la App o il collegamento al sito www.cliccailneo.it insieme ad altre informazioni generali utili per inquadrare il tipo di lesione. Ai primi 350 soggetti che utilizzeranno il servizio sarà proposta una valutazione clinica diretta e gratuita dell’intera superficie cutanea da parte di uno specialista. La visita avverrà in cieco rispetto alla valutazione online e avrà lo scopo di studiare l’efficienza della ricerca di lesioni sospette da parte del soggetto e l’accuratezza del sistema di tele-dermatologia rispetto alla visita specialistica diretta. Tale progetto prevede il coinvolgimento della Unità di Dermatologia della ASST-Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e un supporto da parte della Fondazione Banca Popolare di Bergamo.
Al termine dello studio e della campagna educativa di screening, inoltre, verrà svolta, con la collaborazione di Doxa, un’indagine telefonica su un campione indipendente rappresentativo della popolazione della provincia di Bergamo di 500 soggetti per determinare l’impatto e la diffusione della campagna. In particolare si valuterà il grado di conoscenza della campagna sul territorio e l’efficacia in termini di utilizzo del sistema. I risultati andranno a integrare quelli dello studio principale, costituendo il denominatore comune di confronto.
«Ritengo che “Clicca il Neo” possa essere uno studio e programma di screening valido sia dal punto di vista clinico sia scientifico, che potrà rappresentare un ruolo fondamentale nella diagnosi precoce e nella cura in particolare del melanoma – ha commentato dott. Giuseppe Chiesa, presidente LILT Bergamo – La LILT di Bergamo da più di 80 anni è attiva in tutto il territorio bergamasco per la diffusione della cultura della prevenzione oncologica e della diagnosi precoce dei tumori attraverso l’impegno delle varie delegazione presenti non solo a Bergamo ma su tutto la provincia. Prevenzione che è sia primaria attraverso la diffusione dei corretti stili di vita (alimentazione, lotta al fumo e incentivi all’attività fisica), ma anche secondaria attraverso le visite di screening in ambito senologico, ginecologico, urologico, pneumologico, otorinolaringoiatrico e dermatologico. Proprio nello spirito della nostra attività di prevenzione, dunque, abbiamo ritenuto opportuno di supportare e sponsorizzare, grazie ai fondi pervenuti dalla Fondazione Credito Bergamasco, il progetto “Clicca il neo” per la diagnosi precoce dei tumori della pelle».
Sostenitore principale del progetto in questa fase, infatti, è stata la Fondazione Credito Bergamasco che, con il suo segretario generale, Angelo Piazzoli ha dichiarato: «Com’è noto, la Fondazione Creberg è da sempre impegnata nello sviluppo e nel sostegno di iniziative meritorie a favore della ricerca medica e scientifica e del benessere sociale e umanitario. Tra gli interventi più significativi, si ricordano lo storico supporto assicurato a realtà ospedaliere di eccellenza per progetti di ricerca sullo scompenso cardiaco nonché gli importanti contributi nel campo senologico, ematologico e nell’ambito dei trapianti del fegato. Sostenere “Clicca il Neo” per noi significa, dunque, continuare nella direzione di una più ampia consapevolezza da parte dell’opinione pubblica sui temi della prevenzione».
Il programma di studio, lo sviluppo del sito web e della App, del materiale educativo, il monitoraggio e l’analisi dei dati è affidato al Centro Studi GISED di Bergamo. La sezione LILT di Bergamo avrà un ruolo di coordinamento generale e collaborerà con il Centro Studi GISED alla realizzazione e diffusione della campagna educativa di screening.