Si è accasciata mentre faceva jogging, a soli 33 anni, lunedì 11 maggio a Carmo do Cajuru, il paese del Brasile vicino a Belo Horizonte dove si era trasferita a febbraio con il marito brasiliano. È morta così, per arresto cardiaco, Valentina Tartari, nativa di Ponteranica. Da anni lavorava nella cooperazione internazionale per varie ong: attualmente per la “Islamic Relief Tunisia”, che così la ricorda su Facebook: «Abbiamo perso una forte donna dal cuore caldo, che ha offerto la sua vita all’attivismo umanitario. Ti ricorderemo nelle nostre preghiere».
Stava bene. Valentina, sposatasi il 30 agosto scorso con Carlos, ingegnere brasiliano conosciuto durante un master in Inghilterra, non aveva problemi di salute. Il marito, per fugare ogni dubbio, ha ottenuto privatamente di fare un tampone per il Covid 19, visto che in Brasile in questi giorni si sta registrando il picco dei contagi. Lascia mamma Madi, farmacista a Campagnola, papà Chicco, che si occupa di macchinari industriali, e la sorella Serena, farmacista in Borgo Palazzo. I coniugi hanno vissuto fino a febbraio a Birmingham, poi erano tornati definitivamente in Brasile: Carlos ha vinto un concorso per una cattedra universitaria. Valentina si è diplomata al liceo linguistico Falcone di Bergamo nel 2006, poi si è laureata all’Università di Milano in Mediazione culturale e ha ottenuto la laurea magistrale in Inghilterra in Teorie e pratiche dello sviluppo economico. Ha lavorato in Burkina Faso e in Tunisia nell’ambito della promozione del lavoro femminile.
Il ricordo della sorella. «Quella di Valentina era una vera attitudine ad aiutare gli altri. Benché andasse in zone anche pericolose, dove le venivano anche simulati i rischi di un sequestro di persona perché fosse eventualmente pronta e addestrata a reagire, non l’ho mai sentita lamentarsi. Non ha mai detto di avere paura», ha raccontato la sorella Serena Tartari.