Non ci sarà un rimborso in bolletta, gli utenti non troveranno lo storno delle somme prelevate, si userà lo sconto emettendo delle bollette ritardate fino a compensare il numero dei giorni erosi fatturati col sistema quadrisettimanale. È questa la soluzione che sembra essere stata trovata per risolvere la questione delle bollette a 28 giorni. Un braccio di ferro che si trascina dal 23 giugno 2017, quando l’Agcom aveva imposto alle quattro compagnie di tornare alla fatturazione mensile. Le società hanno preso tempo e hanno fatto un ricorso al Tar del Lazio, pratica che sarà esaminata a novembre. Qualche mese fa l’Autorità garante ha emesso una diffida chiedendo di scontare in bolletta i giorni riscossi di troppo. L’avvertimento indicava in aprile la scadenza. Ma ancora una volta il Tar del Lazio ha dato uno stop a questa scadenza adducendo esigenze di sostenibilità economico-finanziaria per le aziende.Ora Agcom «ha individuato il nuovo termine entro fine anno in cui gli operatori dovranno ottemperare a quanto richiesto nei citati provvedimenti di diffida». Il calcolo dei giorni che ciascun operatore dovrà riconoscere in fattura ai propri utenti dovrà riguardare il periodo compreso tra il 23 giugno 2017 e la data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile (indicativamente 22 giorni). Per gli utenti che nel frattempo hanno cambiato operatore – aggiunge l’Agcom – adeguate modalità di ristoro saranno definite all’esito dei contenziosi ancora pendenti dinanzi al Tar Lazio, la cui discussione di merito è prevista solo nel prossimo mese di novembre. «Adesso speriamo che le compagnie telefoniche non si arrampichino ancora sugli specchi ricorrendo al Tar, che comunque non avrà più motivi per impedire i legittimi rimborsi ai consumatori», dice Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo.