Come sappiamo, la nostra città si è candidata ad essere la Città Europea della Cultura nel 2019. Questa operazione, con conseguente dispendio di denari pubblici ed energie, vuole favorire la conoscenza all’estero delle potenzialità culturali, sociali, economiche di Bergamo. Quale miglior biglietto da visita per coloro che dovranno vagliare le candidature, dell’immagine data dallo sfoggio delle iniziative e dei conseguenti flussi di cittadini da tutto il nord Italia di questi giorni? Il decennale di Bergamo scienza e la settima edizione del Gaetano Donizetti Bergamo Musica Festival? Orbene, come l’anno passato, la città sarà invasa anche dai mercatini sul Sentierone provenienti da tutta l’Europa e dalla chiusura di via A. Maj per l’annuale festa della stessa. Queste due manifestazioni bloccheranno coloro che vorranno presenziare agli avvenimenti musicali e scientifici. Già l’anno passato agli spettatori del teatro fu proibito l’ingresso dal portone principale, onde evitare anche spiacevoli odori nel Donizetti, obbligando sgomenti turisti a dribblare tavoli di “salciccie e leccornie” (versi presi da Bohéme in cartellone nel Nostro) pur di entrare ad assistere allo spettacolo. Se l’anno passato il programmare così diversi avvenimenti, atti a disturbare l’aria di cultura che si respirava in quei giorni, poteva essere giustificato da un errore di programmazione d’eventi che potevano essere o posticipati o anticipati, il ripetere la stessa cosa in questi giorni è grave negligenza con conseguente danno all’immagine che si vuole dare con la candidatura di Bergamo. Una candidatura che, oltre all’eventuale prestigio futuro, porta un alto costo economico alle già esigue casse del Comune. A questo punto non mi resta che domandarmi: il Comune ci crede, o no a questa candidatura? Il denaro che si è investito nella stessa avrà un fine nobile? Alla prima domanda i fatti dimostrano che qualcuno sembra remare contro all’iniziativa, per la seconda non resta che la speranza.
Mirko Isnenghi
Candidato sindaco al Comune di Bergamo