Parliamo del premio Nobel Michael Gazzaniga, psicologo e neuro scienziato californiano (…e, ricordiamolo, nipote di Italiani) che ieri ha tenuto un’interessante conferenza, in città alta, presso il Teatro Sociale, su: “mente etica e responsabilità criminale”. (a cura di Federico Rossi)
Il suo intervento ha toccato molti dei temi trattati nei suoi 50 anni di esperimenti fino a giungere alle attualissime ricerche in campo neuro scientifico condotte con tecniche di “brain imaging”: tomografia trancranica in grado di disattivare temporaneamente la funzionalità cerebrale per scoprirne gli effetti e risonanza magnetica funzionale, utile per rilevare aree cerebrali attive mentre si svolgono determinate funzioni.
È attraverso queste sofisticate apparecchiature che si cerca di scrutare gli emisferi cerebrali, la loro lateralizzazione (processo di sviluppo degli emisferi su un piano di simmetria) e le possibili risorse e alternative ed è attraverso lo studio della mente umana che si è giunti a definire l’attuale posizione antideterministica che ruota tutta intorno a quella capacità individuale che risiede proprio nell’emisfero sinistro di ognuno di noi e che Michael ha denominato “interprete” come se fosse realmente un personaggio in grado di contestualizzare e identificare il comportamento ideale del momento.
Questo porta al controllo sociale che è indubbiamente a vantaggio delle società e dovrebbe rendere l’individuo libero. Ma libero da cosa? Così le neuroscienze si sposano con le varie altre filosofie di vita quali il Diritto ad esempio e quel che ne consegue a livello legale. Da qui domande come: si può davvero identificare una mente criminale, sanarla o resettare una memoria? Quale equilibrio intercorre tra intenzione ed azione? Cosa definisce la piena responsabilità o la piena irresponsabilità o l’incapacità parziale? Cos’è la mens rea? E quel che più ci affascina ed interessa: può un Tribunale avvalersi delle tecniche di brain imaging per condannare o assolvere i criminali?
Forse stiamo esagerando, è ancora troppo presto per poter affidare ad una macchina intelligente di stabilire il grado di criminalità che non è detto si sviluppi allo stesso modo in cervelli diversi e soprattutto per poter comminare l’adeguata retribution all’azione incriminante. L’elegante carrellata, proposta da Gazzaniga, sui nomi illustri scorsi dalle slides che passavano sul grande schermo allestito dal Teatro, ricordavano gli impegni di scienziati quali Camillo Golgi (studio della cellula), Francis Crick (primo modello struttura DNA), Shariff, Greene, Schooler e Nisbett (studi sulla consapevolezza), Copernico (teoria eliocentrica), Newton (studio della gravità), Darwin (evoluzione), Einstein (relatività)… toccando temi di filosofia ed etica, parlando di libero arbitrio, causa ed effetto, potere e controllo e pragmatismo.
La sua ora di intervento è stata ricca di stimoli e tante le riflessioni e a seguire le domande. Gazzaniga ha affermato che: “dobbiamo vivere con la consapevolezza che siamo responsabili delle nostre azioni”. In notevole considerazione vanno tenuti inoltre i parametri interculturali e transculturali che caratterizzano le norme di ogni paese. Ciò che in America è punibile col castigo, in Italia è da rieducare, ma quel che conta è che tutti siamo in grado di sottoscrivere un contratto sociale, poiché tutti agenti responsabili, in grado di raziocinio, ma c’è sempre chi sfugge e non sottoscrive …