Va premesso che in Italia manca ancora una diffusa coscienza sulla sicurezza. Non esiste, purtroppo, una reale cultura della prevenzione. Le aziende sono più concentrate sugli aspetti formali per tutelarsi rispetto alle normative e alle conseguenze di un evento dannoso, piuttosto che sull’implementazione di veri e propri programmi di Risk Management. (a cura di F. Rossi)
L’obiettivo di riduzione dei costi, soprattutto in un contesto socio-economico particolarmente difficile come quello attuale, induce, molte aziende a considerare eventuali interventi preventivi come onerosi e addirittura superflui, anziché uno strumento che può salvare la vita delle persone e preservare l’azienda da una eventuale sospensione dell’attività.
Questo spaccato di ordinaria quotidianità lavorativa disegna una mappa in Lombardia dai toni molto differenti: a partire dalle aree di Cremona e Mantova, primatiste negli infortuni con il loro 4,8% e 4,6% sugli occupati, fanno quasi immediatamente seguito ex-aequo (4,1%) Bergamo, Varese e Brescia. Le più virtuose (3%) sono Lodi e Pavia (dati Inail).
Come si possono leggere questi dati così differenti e soprattutto frutto di un approccio alla “cultura” del rischio molto differente da parte degli imprenditori? Escludendo la densità delle imprese in quanto il dato è percentuale sugli occupati, potrebbe soltanto emergere una differente tipologia e qualità delle imprese…oppure la differente tradizione dell’approccio mentale degli abitanti verso la cultura del rischio, nello svolgere le attività.
La gestione del rischio, infatti, presuppone ed obbliga, l’adozione di un approccio proattivo in materia di sicurezza. Chi non lo faccia, accetta consapevolmente il rischio che possa verificarsi un evento dannoso la cui entità non può che comportare conseguenze negative per tutti: il lavoratore infortunato, il datore di lavoro, l’Azienda nel suo complesso.
La cultura del rischio richiede lo sviluppo di una consapevolezza e un processo di coinvolgimento ampio. Particolare attenzione deve essere posta alla qualità in genere ma soprattutto, ai rischi connessi a controlli omessi o ad inadeguate azioni preventive che possono comportare incidenti rilevanti e/o la sospensione dell’attività con conseguenti danni economici (sanzioni pecuniarie e sanzioni interdittive) e d’immagine per l’azienda.
Sarebbe sicuramente utile un approfondimento di questi aspetti evitando pero’ di banalizzarli relegandoli all’immeritato ruolo di argomenti inutili e, per lo più, dannosi ad un efficace ed economico svolgimento del proprio lavoro.