Ieri ed oggi, nella sala Galeotti dell’Università di Bergamo, moderate dall’impeccabile professoressa Giovanna Dossena, si sono tenute le due giornate dell’ ”Entrepreneurship Laboratory – Second International Symposium” aventi come oggetto “Imprenditoria Oggi” ed organizzate dall’ELAB. (a cura di Federico Rossi)
I lavori della mattinata del 21 settembre sono stati aperti dal Presidente dell’Ordine dei Notai di Bergamo, dr. Pier Luigi Fausti, che ha avviato il confronto evidenziando il ruolo attivo dei professionisti nell’assistere gli imprenditori nel nuovo contesto globale.
“Coraggio, Cuore e Cervello, sono la minima dote di C…” che deve animare l’imprenditore, secondo l’intervento dell’avvincente ing. Pasquale Pistorio, top manager, per molti anni a capo della ST Microelectronics. “Puo’ essere spiacevole dirlo ma è sotto gli occhi di tutti che il baricentro della crescita economica mondiale sia oggi nel sud est asiatico e, nolenti o volenti, tutti gli imprenditori accorti, dovrebbero prenderlo in considerazione. Sono molti i fattori economici che fanno prevedere ancora per diversi anni la crescita esponenziale di queste aree del mondo: la differente risposta alla trascorsa crisi mondiale ne è una prova. L’europa potrà sicuramente farcela ma dovrà fare i conti con una crescita molto lenta e soprattutto recuperando un “welfare state” rinnovato e consapevole: il costo dello stare bene non è un delitto se verrà addebitato ai cittadini che ne beneficiano. Le aziende debbono poter confrontarsi a condizioni quanto piu’ possibile omogenee e compatibili. Anche le ore lavorate dovranno adeguarsi agli standards dei paesi emergenti, sicuramente con le tutele del caso, ma quantitativamente l’impegno lavorativo degli italiani dovrà crescere: stare a casa in fondo ci si annoia”!
Nella seconda parte della mattinata, si sono confrontati in un’attraente tavola rotonda notissimi imprenditori della bergamasca, managers dell’industria e del mondo bancario.
Roberto Sancinelli (Montello SpA), Stefano Cofini (Confindustria Bergamo), Giulio Pandini ( Impresa Pandini SpA), Giampiero Camilli (Scame), Donato Losa (Cartemani), Dino Falciola (Castfutura) e, last but not least, Marco Gabbiani (Unicredit Private Banking SpA) hanno riportato le loro avvincenti esperienze.
“L’Italia”, dice Roberto Sancinelli, ha dimostrato durante la crisi di avere una elevatissima capacità di adattamento e nei trascorsi 18 mesi ha vissuto un momento di ridistribuzione della ricchezza ma anche di ristrutturazione delle imprese. Ma l’Italia è anche sinonimo di burocrazia e di impresa familiare piccola con elevate criticità per confrontarsi con altri colossi esteri in termini di posizionamento competitivo e ricerca e sviluppo. Per ripartire a passo sostenuto servono quindi le aggregazioni e soprattutto norme più snelle”.
“E’ vero, serve la dimensione e la rete di imprese ma l’imprenditore italiano è anche tipicamente “geloso” della propria creatura. Bisogna quindi trovare un sistema di governance nuovo e che sia rispettoso di questo determinante aspetto”, suggerisce Stefano Cofini. “Il lavoro non deve essere considerato un mezzo per guadagnare ma il mezzo per dare forma al desiderio di realizzare qualcosa” è il consiglio che ci arriva da Giulio Pandini e, soprattutto, “gli stati nella globalizzazione dovrebbero puntare a rendere neutrali le condizioni di contesto: questo renderebbe meno arduo e soprattutto più sano il confronto tra le imprese sul piano commerciale. L’imprenditore non ha paura della competizione ma ha forte paura della concorrenza sleale”, conclude.
Gianpiero Camilli aggiunge ancora che “l’imprenditore bergamasco o, anche, italiano non crede nelle alleanze” ma fa male “perché proprio Scame ha l’esperienza che nei mercati internazionali ci si deve presentare “adeguatamente dimensionati” se si vuole aspirare ad un ruolo attivo e non solo di comparsa”.
E’ la volta di Donato Losa, che ci racconta la sua storia di imprenditore: una storia tutta italiana, quasi da “miracolo italiano”, dove un cameriere, dopo avere fatto esperienza nel mondo, esamina e rileva un bisogno e torna con un’idea imprenditoriale. Crede in quest’idea, con il sacrificio e soprattutto aggregando persone come lui insoddisfatte ed ambiziose, riesce a farne un business, anticipando il mercato. “In un tempo dove nei bagni veniva appesa la Gazzetta tagliata a pezzi” lui è riuscito a far emergere l’esigenza di un’igiene personale più evoluta. Nel lavoro non si deve pensare al breve; se vuoi avere successo devi pensare a lungo e, soprattutto seminare: “se vuoi lavorare 6 mesi pianta il granoturco, se vuoi farlo 10 anni pianta un albero ma se il tuo obiettivo è una vita forma gli uomini”. Chiaro monito anche all’Università.
Dino Falciola ci introduce la realtà di un’azienda non più tipicamente familiare ma già un passo avanti quale la Cast Futura dove un fondo di Private Equity è entrato nel capitale: qui è stato fatto un ulteriore passo avanti. “La crescita ad 8 fabbriche nel mondo ha obbligato la proprietà ad un cambio di mentalità ed ha creato quella che si definisce azienda managerializzata: qui il consiglio non puo’ che non essere verso una maggiore attenzione alla dimensione ed alle economie di scala e di scopo che sono e saranno strategiche nel prossimo futuro”.
A questo punto i lavori sono stati chiusi da Marco Gabbiani che, quale responsabile del Business Advisory di Unicredit Private Banking, ha completato, dal punto di vista della finanza, il quadro di riferimento dell’argomento trattato. “L’Advisor di una banca, specialmente se grande ed internazionale quale il gruppo Unicredit, ha il dovere di portare e mettere a fattor comune con gli imprenditori la propria esperienza per favorirne una crescita auspicata anche da partner bancario” e aggiunge “ noi come Gruppo, sensibili a questi indispensabili aspetti, abbiamo da qualche tempo avviato un progetto per mettere a disposizione del territorio e degli imprenditori delle aziende familiari, una unità fortemente specializzata che ha il compito di assistere e collaborare con gli attori coinvolti e l’imprenditore in tutti quegli aspetti che possano favorirli nella crescita.” Non piu’, quindi, supermercato della finanza ma, anche, luogo di condivisione di esperienze e di idee. “Oggi, stante la congiuntura, le opportunità interessanti per un imprenditore ce ne sono molte ed è giusto che la banca”, che, aggiungo io, il filosofo Bonomi ha sempre definito a reti lunghe, “sia così professionale da mettersi a disposizione del territorio anche per questo”.