Esenzioni a pioggia? No grazie. La sanità deve essere un diritto, ad accesso anche gratuito, ma solo per chi ne ha veramente bisogno. Mesi addietro, Bergamo Info aveva denunciato le esenzioni a pioggia che dal 2009 Regione Lombardia aveva introdotto per venire incontro ai cittadini lombardi colpiti dalla crisi. Bene, solo che, in un impeto di generosità, le esenzioni dal pagamento dei ticket per visite mediche, medicinali ed esami diagnostici erano state estese a TUTTI: cassaintegrati, lavoratori in mobilità e disoccupati, senza limiti di reddito.
In altre parole, potevi aver avuto fino a un mese prima una busta paga da 3000 euro e solo per il fatto di essere in cassa integrazione, magari pure per tre anni come capita nelle grandi aziende, che non versavi un euro per i ticket. Una misura sommamente ingiusta e di sperpero del danaro pubblico cioè di noi contribuenti, che non teneva conto della effettiva capacità di spesa dei cittadini beneficiari di quel provvedimento. Molto più utile sarebbe stato introdurre anche dei limiti di reddito, miramdo quindi le somme stanziate dalla regione per coprire i mancati introiti delle aziende sanitarie e in ultima analisi, delle strutture pubbliche e private, erogatrici dei servizi sanitari, a quelle classi sociali effettivamente bisognose di aiuto pubblico per poter godere del proprio diritto costituzionale alla salute.
Ecco invece che di recente Regione Lombardia ha ovviato all’errore, cambiando totalmente sia le modalità sia la possibilità di esenzione.
Per i disoccupati e i loro familiari, l’esenzione sarà esigibile se il reddito familiare è pari o inferiore a 27mila euro\anno. Per i lavoratori in cassa integrazione straordinaria, o in deroga, o in mobilità,l’esenzione sarà esigibile solo se la retribuzione, composta da reddito da lavoro e integrazione Inps, non supera i massimali mensili previsti dall’Inps per il 2012. Sarà difficile poter esercitare il diritto all’esenzione in quanto se si lavora anche poche ore si supera il massimale. Inoltre il massimale del 2013 sarà più elevato di quello del 2012, non consentendo così l’esenzione anche a coloro che sono a zero ore.
Per i lavoratori in contratto di solidarietà l’esenzione sarà esigibile solo se la retribuzione, composta da reddito da lavoro e integrazione Inps, non supera i massimali mensili previsti dall’Inps per il 2012, rendendo improbabile per i lavoratori interessati il poter fruire dell’esenzione in quanto i riferimenti salariali non sono rapportati ai massimali mensili previsti dall’Inps, ma in percentuale sul salario del lavoratore.
Ovviamente c’è chi si è scandalizzato per questo saggio provvedimento. Gli stessi che si scandalizzano quando qualche accorta amministrazione comunale chiede qualche pezza di appoggio in più a quanto dichiarato dai cittadini nelle domande relative alle fasce Isee.
Ma si sa, i campioni della spesa pubblica ad oltranza, non mancano mai.