L’associazione temporanea di scopo necessaria a far partire l’operazione era stata costituita già in febbraio, ma il via libera ufficiale della Regione, attraverso l’Ufficio territoriale di Brescia, è arrivato solo da pochi giorni. Adesso però la convenzione è operativa, e l’ats nata tra alcune realtà della pesca sportiva è diventata responsabile – per cinque anni – della gestione di questa attività nel «Bacino 10» della Valcamonica.
Il compito è affidato a una aggregazione camuno/bergamasca (con l’avallo delle Comunità montane di Breno e della Val di Scalve, dei Comuni di Borno e Corteno) che vede insieme le Unioni pescatori bresciani e bergamaschi, l’Arci pesca, la Fisa aps e l’Anlc settore pesca. Una realtà che potrà anche contribuire a un movimento turistico diciamo così tematico organizzando una serie di manifestazioni agonistiche.
Le quattro associazioni garantiranno la disponibilità di più di 50 guardie ittiche volontarie che avranno il compito di controllare queste attività, alle quali si affiancheranno 5 guardiapesca della Comunità montana che saranno formati presto. Proprio l’ente comprensoriale ha coordinato la presentazione delle nuove regole del Bacino 10, che si estende da Pisogne a Ponte di Legno e alla Valle di Scalve.
L’ats avrà come interlocutori la stessa Comunità montana e la componente privata, e si aprirà alla collaborazione con le 14 associazioni di pescatori che operano sul territorio.
Presentate le novità introdotte per questa prima gestione quinquennale della pesca: l’introduzione del libretto segna pesci numerato e nominale (distribuito dalla Comunità montana) e del permesso di pesca giornaliero acquistabile nei punti vendita convenzionati sul territorio. Il permesso annuale per adulti costa 35 euro e 30 per il “no kill”, ed è gratis per tutte le altre categorie (over 70, ragazzi, bambini, diversamente abili), mentre il giornaliero no kill è in vendita a 12 euro e quello con catture a 15.