CORPUS DOMINI ANNO A
Giovanni, 6,51-58.
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Commento
L’evangelista Giovanni non racconta l’istituzione dell’Eucarestia nell’ultima cena, ma introduce il tema eucaristico in molti modi, particolarmente nel discorso di Cafarnao, di cui si legge una parte nel brano della liturgia odierna. Il brano culmina nella frase:
“Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”.
Il termine “carne” in ebraico non significa solo la fisicità di un corpo, ma tutto ciò che esso è, compreso lo spazio e il tempo in cui vive. Il corpo è l’umanità di una persona: intelligenza, affetti, lavoro, rapporti familiari e sociali; in una parola: l’esperienza concreta della propria vita.
Ora l’esperienza di Gesù è caratterizzata da due dimensioni fondamentali: la “Figliolanza” e la “Fraternità”. La prima si fonda sul rapporto filiale ed unico con il Padre. Gesù si sente immensamente amato, consapevole che il Padre gli ha donato tutto; da questa consapevolezza nasce la riconoscenza del dono ricevuto e con essa il dovere di farne un dono agli altri, ai propri fratelli. Sul rapporto di “Figliolanza” si fonda quello della “Fraternità”, cioè della restituzione del dono ricevuto. La paternità di Dio riguarda in modo particolare Gesù, il Figlio eterno del Padre, ma si estende a tutti gli uomini, che il Padre ama e vuole associati al suo Figlio come figli adottivi. Per questo Gesù è chiamato a vivere la dimensione di Figlio e di Fratello con gli uomini. Questa è precisamente la missione che ha ricevuto dal Padre e che ha realizzato in una “carne”, cioè attraverso un corpo che ha incontrato persone di un determinato tempo e spazio. Questa esperienza ha segnato la vita di Cristo: Egli porta il segno dei fori dei chiodi nelle mani e della ferita del costato, prove di una vita totalmente offerta e ispirata alla logica dell’Amore.
Gesù si presenta come “carne da mangiare”, cioè come realtà di vita alla quale unirci perchè tale esperienza suprema di Figliolanza e di Fraternità possa diventare la nostra:
“così anche colui che mangia me vivrà per me”,
In questo consiste il sacramento dell’Eucarestia, nel rapporto reale con la vita di Gesù, per vivere nel modo più perfetto possibile la dimensione della Figliolanza e della Fraternità, sia quella della famiglia in cui siamo nati, sia quella che la fonda e la supera e ci apre a Dio Padre e fa di tutti gli uomini i nostri fratelli senza eccezione.
Il riferirsi ad un modello rientra nelle esigenze quotidiane degli uomini. I bambini si riferiscono spontaneamente al modello dei genitori. Con il crescere dell’età, gli spazi angusti di una famiglia si aprono ad altri modelli, non sempre positivi purtroppo. La proposta di un modello avviene anche a livello di civiltà. L’Età contemporanea ha voluto proporre modelli modelli di “Uomo Nuovo”, a fondamento di Rivoluzioni. Questi sono stati imposti spesso con la forza e con un fanatismo tale da causare nel secolo XX più di 200 milioni di morti! Molti ci hanno creduto nutrendosi di una “carne” evidentemente avariata ed hanno vissuto tutt’altro che una “Fraternità”.
Per il credente il vero “Uomo nuovo” è Gesù, che promuove il meglio dell’umano. Egli non è un ricordo lontano, ma presente accanto a noi perchè viviamo di Lui e ci assimiliamo a Lui nel sacramento della Fraternità e dell’Amore: l’Eucarestia.