La Fondazione Creberg propone due conferenze introduttive all’imminente mostra che sarà inaugurata a maggio, presso il Palazzo Storico, per celebrare l’illustre artista bergamasco del Seicento e ricordare – insieme ai suoi ospiti – il Decennale dell’attività espositiva
Il 21 e il 28 aprile 2016, presso la Sala Traini di Palazzo Creberg (Bergamo, Via San Francesco d’Assisi, 8) alle ore 18.00
La Fondazione Creberg offre due incontri di approfondimento dedicati al pittore Evaristo Baschenis (1617-1677) per narrare il suo peculiare stile pittorico, inquadrandolo nel contesto storico-artistico e musicale entro il quale nasce e si sviluppa. La mostra e le conferenze intendono celebrare, con un anno d’anticipo, il Quarto Centenario della sua nascita e festeggiare inoltre il decennale dell’attività espositiva della Fondazione Creberg, nell’ambito dell’annuale manifestazione promossa da ABI – Invito a Palazzo – inaugurata nel 2006 proprio con una mostra dedicata alBaschenis.
Il pittore bergamasco è specialista indiscusso di nature morte di Cucine e Strumenti musicali (di cui è l’inventore), per cui nelle conferenze si delineerà la nascita in Europa di tale genere pittorico autonomo, evidenziando quantoBaschenis sia già imitato dai colleghi e stimato dai collezionisti a lui contemporanei.
Per celebrare anche il suo essere esecutore esperto di melodie barocche del Seicento, la data del 28 aprile prevederà un approfondimento sulla musica barocca e sarà impreziosita da un accompagnamento strumentale.
Giovedì 21 aprile 2016
ANGELO PIAZZOLI | Dieci anni a Palazzo Creberg
Il Segretario Generale della Fondazione Creberg illustra brevemente i dieci anni di attività espositive a Palazzo Creberg; la Mostra dedicata a Baschenis intende infatti celebrare la ricorrenza ricordando la prima mostra del 2006 (“Omaggio a Baschenis”) a cui sono seguite 42 mostre a Palazzo, 30 esposizioni sul territorio e 6 mostre itineranti con 35 eventi, con un sintetico excursus sulle attività generali della Fondazione.
ANNA MARIA SPREAFICO | Evaristo Baschenis “Con i suoi delineamenti ha vinto le proprietà della Natura, e ha ridotto a far favellare le tele”
La conversazione inizia illustrando in sintesi – attraverso alcuni mirati esempi – le scelte effettuate da rilevanti artisti e committenti europei, da fine Cinquecento al Seicento, che conducono alla nascita delle Nature morte quali soggetti autonomi nei dipinti, meritevoli d’essere protagonisti e non più solo comprimari decorativi o allegorici.
In tale innovativo e fervido contesto culturale si delinea e sviluppa la feconda ed illustre storia artistica del bergamasco Baschenis, di cui si narrano le peculiari attitudini stilistiche accennando anche ad ipotizzati risvolti allegorici più o meno celati nei suoi dipinti, secondo alcune dibattute esegesi critiche moderne e riservando un focus ai ritratti, rarità nel catalogo giunto fino a noi. L’analisi di un significativo gruppo di opere spiega quindi le ragioni della sua notorietà già in vita, degli imitatori coevi tra i colleghi e della stima documentata che dal Seicento hanno per lui i collezionisti italiani e stranieri; sconfessando del tutto le classificazioni accademiche classiciste che – all’epoca – giudicano di qualità inferiore, d’impegno secondario e di minore dignità artistica l’ideare e dipingere Nature morte e quindi meno abile o rilevante anche l’artista che vi si dedica.
Giovedì 28 aprile 2016
CLELIA EPIS | Evaristo Baschenis: intavolare la musica in domestica armonia
“La musica è un esercizio aritmetico dell’anima” afferma Leibnitz (1646-1716) e così si potrebbe dire delle celebri nature morte a soggetto musicale di Baschenis, i cui dipinti sono un invito ad immaginare la musica e la sua struttura compositiva.
Nei suoi dipinti, in modo innovativo, lo strumento è raffigurato in tutta la sua personalità e bellezza. Baschenis ne echeggia le possibilità, le sfumature, i timbri e i toni instaurando un suggestivo rimando tra vocabolario musicale e pittorico.
Con la sua arte ci apre le porte dell’angolo della musica e ci conduce entro la domestica armonia della colta e dilettantistica pratica musicale cittadina.
Disponendo con il pennello gli oggetti su un piano egli li intavola alludendo, da musicista quale era, anche al sistema utilizzato per la scrittura della musica composta per strumenti polifonici a pizzico e a tastiera dei secoli XVI e XVIII.
In questo itinerario l’iconografia accompagna la musica: arte e melodie si alternano, grazie agli interventi strumentali di Camilla Finardi e Gabriele Zanetti.
Il tutto sempre nel segno della musica: splendida protagonista dei dipinti di Baschenis, compagna dell’uomo e del tempo.
Per ulteriori informazioni: www.fondazionecreberg.it
Visualizza il programma: Aspettando Baschenis