Dal 1° settembre scattano gli aumenti di prezzo del trasporto pubblico locale, conseguenza diretta dell’inflazione. Di per sé la notizia non è certo delle migliori, ma a stemperarla c’è il fatto che l’azienda e gli enti del territorio si siano spesi per cercare di contenere i rincari sugli abbonamenti e scaricarli maggiormente sui biglietti singoli.
Comune e Provincia avevano infatti chiesto di risparmiare dai rincari le fasce di utenti più deboli e più affezionate, il che si traduce in studenti e lavoratori. I prezzi restano bloccati in città sia per gli abbonamenti mensili (fermi a 36 euro), sia annuali (260 euro studenti e 325 per gli altri). Al di fuori dell’area urbana, però, si salva solo l’abbonamento annuale per gli studenti. Tutti gli altri titoli di viaggio subiscono un rincaro: l’abbonamento annuale ordinario subisce un incremento medio tariffario del 3,4 per cento, il mensile del 6,8 per cento, il settimanale del 30,6 per cento e i biglietti singoli del 12,3 per cento.
I balzi di prezzo che si notano subito sono quelli che riguardano i biglietti singoli, destinati a turisti e fruitori occasionali, che possono attutire meglio i rincari. Sul biglietto singolo il rincaro va dai +20 centesimi (da 1,50 a 1,70 euro) per la zona 1 a +50 centesimi (da 3 a 3,50 euro) per le cinque zone. Il carnet da dieci segna un aumento di due euro per la zona 1 che lievita a 4,50 per la zona cinque, dove la decina di corse (cinque volte per chi va avanti e indieto) sfiora i trenta euro. Il settimanale va da 11,50 a 14,50 (+3 euro) per la zona 1 fino a 28 euro (+5,50 euro) per l’intero sistema.